Giacomo Ventrice aveva lanciato un appello alle associazioni e al Comune per parlare del futuro della città partendo dal Castello Prinetti
Il progetto resterà, per ora, sulla carta: “La proprietà è della parrocchia. Non possiamo fare i conti senza l’oste”
MERATE – “Mi sembra che questa città non voglia diventare grande”. Non nasconde la propria delusione Giacomo Ventrice all’indomani dell’incontro andato in scena lunedì sera nella sede della Pro Loco. Promossa dal Comitato Castello Prinetti, la riunione si è tenuta a un mese di distanza dal primo appuntamento, convocato per fare il punto sulle iniziative da mettere in campo per rilanciare la città di Merate in chiave turistica e culturale.
La valorizzazione della città
“Approfittiamo di questa pausa obbligata dovuta al coronavirus, per ragionare su che prospettive vogliamo dare alla nostra città” aveva detto Ventrice, già presidente della Pro Loco, chiamando a raccolta le associazioni attive in campo culturale e turistico. Un discorso ampio sul rilancio cittadino, in cui è stato ricompreso, gioco forza, anche il futuro del castello Prinetti con la sua Torre, l’emblema di Merate. “Tutti i presenti si sono detti concordi sulla necessità di proporre un manifesto unico di eventi senza sovrapporsi gli uni agli altri – ha sottolineato Ventrice – . Abbiamo convenuto tutti anche sulla necessità di fare squadra per accedere a bandi e finanziamenti”.
Bellezze da mettere in vetrina
Più complesso e articolato il discorso relativo alle modalità in cui sfruttare le potenzialità della città, anche attraverso la creazione di un portale per dare la possibilità di mettere in vetrina attività, servizi e iniziative della città. “Penso che Merate abbia una ricchezza di bellezze naturalistiche, artistiche e storiche che possa mettere in evidenza. Non solo, ma penso che sia una città anche sufficientemente ricca da potersi permettere di fare un passo in avanti. Abbiamo il convento di Sabbioncello, l’osservatorio astronomico di Brera, il lago di Sartirana, una miriade di chiese chiuse e Palazzo Prinetti. Davvero non è possibile iniziare a fare qualcosa per permettere di tornare a fruire della Torre, del salone nobile, del cortile o della chiesina interna?”.
Castello Prinetti e il nodo della proprietà
L’assessore alla cultura Fiorenza Albani, presente all’incontro, ha obiettato subito che la struttura è di proprietà parrocchiale, facendo capire che non sia possibile fare, come dice il proverbio, i conti senza l’oste. “Mi spiace che non si sia capito che la mia proposta non era in antitesi alla parrocchia – conclude Ventrice -. Anzi. Penso che chi abbia a cuore la comunità, debba ragionare intorno al futuro del Castello Prinetti ben sapendo che è di proprietà parrocchiale ma che è e resta il simbolo della nostra città”.