Il centrocampista del Verona ha fatto capolino a Merate per incontrare il suo ex professore del liceo, diventato oggi preside
Classe 1997, Pessina è considerato una promessa del calcio italiano: “Ragazzi, coltivate i vostri sogni, ma non dimenticatevi di studiare”
MERATE – “Se avete passioni coltivatele e seguitele, come ho fatto io con il calcio. Ma ricordatevi di non abbandonare mai lo studio perché serve ad aprire la mente”. Parola di Matteo Pessina, classe 1997, calciatore di serie A, oggi centrocampista del Verona, dopo aver militato lo scorso anno nell’Atalanta.
Il giovane calciatore, promessa del calcio italiano, è stato ospite a sorpresa questa mattina, lunedì, al collegio Villoresi di Merate. “Sono venuto per salutare il vostro preside, Stefano Motta, che è stato mio insegnante al liceo della sede monzese del Collegio. Mi ricordo benissimo quegli anni perché eravamo una classe tutto sommato piccola e si era creato un bel rapporto tra professore e alunni. Si riusciva a parlare tanto, a confrontarsi, a scambiarsi le idee e posso dire che mi ha insegnato tanto, non solo a livello scolastico. Spero che lo stia facendo anche qui, come preside”.
Pessina, monzese di nascita, ha poi parlato di sé, della sua profonda passione per il calcio che lo ha portato ora a diventare un calciatore professionista. Il saluto a sorpresa all’ex prof diventato preside è diventato un’occasione per una lezione insolita, in cui i ragazzi hanno potuto incontrare da vicino, più di quanto non si possa fare dalla televisione o dagli spalti dello stadio, una delle giovani promesse del nostro calcio e della Nazionale. Non una figurina, di quelle che molti ragazzi attaccano sull’album dei calciatori, ma una persona in carne e ossa, un amico anche. Del preside e per la proprietà transitiva, anche di tutti gli studenti del Collegio Villoresi.
A loro Pessina ha ricordato di aver il coraggio di seguire i propri sogni e le proprie passioni senza però rinunciare allo studio. “Ho avuto la fortuna di riuscire a intraprendere la strada del calcio da professionista. Ma ho avuto l’altrettanto grande dono di avere al mio fianco una famiglia che mi ha sempre spronato a continuare gli studi. Lo dimostra il fatto che anche ora frequento l’università, convinto che lo studio rappresenti una strada sicura e l’unico modo per aprire la mente”.
La visita a sorpresa non poteva che concludersi con un omaggio. Pessina ha donato all’amico preside la sua maglia della Nazionale, e si è intrattenuto con gioia con i ragazzi, chiacchierando con ciascuno di loro e autografando a chi un biglietto, a chi una maglietta, a chi addirittura un braccio, con la spontaneità di chi non ha mai smesso di sentirsi un ragazzo e con la gioia di chi sa di avere – da oggi in poi – un campione per amico.