La presa di posizione del Tavolo della sanità del Meratese alla luce della decisione di chiudere il punto nascite dell’ospedale di Merate
La critica metodologica all’Asst Lecco: “Si lascia morire di morte propria l’offerta sanitaria senza affrontarla in modo organico a livello dipartimentale”
MERATE – “Dopo due anni di assenza di provvedimenti correttivi gestionali, andiamo all’incasso e perdiamo un punto strategico per la sopravvivenza del Mandic. Dunque, questo il piano per l’ospedale di Merate: 2023 non più riattivata la Psichiatria, 2024 chiusura del Punto Nascita, 2025?”
A chiederselo, preoccupati per il destino non solo del punto nascite, prossimo alla chiusura, ma di tutto l’ospedale San Leopoldo Mandic, è il Tavolo della sanità del Meratese a seguito del faccia a faccia, tenuto venerdì scorso, tra i sindaci del territorio e il nuovo direttore generale di Asst Lecco Marco Trivelli. Durante l’assemblea del Distretto, convocata proprio in ospedale, il nuovo numero uno della sanità lecchese ha aggiornato i primi cittadini sulla situazione dell’azienda socio sanitaria territoriale con particolare riferimento al San Leopoldo Mandic, definito un ospedale “tosto” e indipendente. Una visione apprezzata dai sindaci che non ha però potuto non considerare anche i dati dei servizi erogati, con particolar riferimento al punto nascite, che negli ultimi anni ha fatto registrare numeri sempre più bassi, ben sotto la soglia dei 500 all’anno, tanto da essere ormai destinato alla chiusura. I dati parlano chiaro: il calo è stato di oltre il 70% dei parti dal 2015 al 2022 a fronte di un calo del tasso di natalità del 25%.
Un destino che, secondo gli esponenti del tavolo della sanità, si sarebbe potuto cambiare se, anziché lasciar morire il reparto, si fosse intervenuti prima invertendo la rotta che ha visto sempre più donne, residenti nel Meratese, scegliere altri ospedali per il parto: “Se il Mandic fosse un ospedale privato, una avveduta dirigenza negli anni prevedenti si sarebbe subito preoccupata del calo di utenza e avrebbe posto in atto provvedimenti tempestivi potenziando la rete territoriale consultoriale e consolidando la dotazione organica. Invece il Mandic è un ospedale pubblico e la gestione programmatoria più volte sollecitata nel periodo Favini trovava “rassicuranti risposte” di assoluta valorizzazione del nosocomio meratese. Ora, dopo 2 anni di assenza di provvedimenti correttivi gestionali, andiamo all’incasso e perdiamo un punto strategico per la sopravvivenza del Mandic. Il prossimo reparto a rischio sarà la Pediatria, già martoriata da dimissioni di primari e copertura di personale sanitario a mezzo di cooperativa con scadenza di contratto il 19/06/2024. E non è che gli altri reparti in quanto a personale godano di buona salute..”
A preoccupare i referenti del tavolo della sanità è l’aspetto metodologico: “In Asst non si affrontano i problemi in modo scientifico secondo i principi di risk management analizzando tempestivamente i dati a fronte di criticità, ricercando e individuando le cause e assumendo i provvedimenti correttivi utili a restituire l’efficienza dei reparti… Si lascia morire di morte propria l’offerta sanitaria senza affrontarla in modo organico a livello dipartimentale, ossia valutando la capacità di risposta integrata tra i 2 presidi di Lecco e Merate. A questo sono deputati i Direttori di Presidio, i Direttori di Dipartimento Materno Infantile e la Direzione Aziendale che governa l’organizzazione dell’intera Asst”.
Il rischio, grosso, è che a rimetterci siano proprio i cittadini che vedono lentamente declassare il proprio ospedale con la progressiva perdita di reparti: “Si rischia di passare da struttura di 1° livello ad ospedale di base ove alle ore 20 chiude il Pronto Soccorso e restano solo servizi di guardia attiva. Meno hai, e meno ha senso tenere aperta la struttura. Il depauperamento di Merate, inoltre, prelude un carico non gestibile su Lecco che incomincia a denunciare difficoltà”. Il riferimento è al reparto di psichiatria visto che lo stesso Trivelli ha escluso di poter a breve riaprire il reparto a Merate, chiuso durante l’emergenza Covid e non più riaperto proprio per via delle difficoltà, legate in primis al personale, a tenere aperto il Manzoni.
Proprio per questo, il tavolo sanità, nato dall’impegno di un gruppo di sanitari, amministratori, cittadini e sostenuto dal Pd meratese e provinciale per salvare l’ospedale di Merate, torna a chiedere un vero piano di rilancio per il Mandic e un confronto su concrete proposte con l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, venuto a Merate a novembre proprio per rassicurare sulle eccellenze del Mandic. “Lo stiamo ancora aspettando… e intanto il nuovo direttore Asst Trivelli ci porta la lieta novella della preannunciata chiusura del Punto Nascite senza alcun tentativo di progetto di rilancio come proposto dai Sindaci e con la prospettiva di prossimi ridimensionamenti in altri reparti come visto”.
Da qui la conclusione, che è anche un invito a tutti a mantenere alta la guardia: “La situazione del Mandic sembra di nuovo precipitare e occorre mantenere alta l’attenzione di tutti, cittadini ed amministratori. Dobbiamo lottare a difesa del nostro Ospedale, mettere in campo nuove iniziative. Occorre l’impegno e la sensibilità di tutti i cittadini a difesa di un bene che scandirà la qualità di vita e il benessere del nostro territorio negli anni a venire. Qualcuno, prima di noi, ci ha affidato il Mandic. Dobbiamo conservarlo e valorizzarlo a tutela delle future generazioni”.