L’intervista al presidente del Comitato viale Verdi, in prima linea per il progetto di riqualificazione della strada
“Bisogna intervenire al più presto. Ma il vero obiettivo, al di là della strada, è lo sviluppo e la crescita delle relazioni tra vicini di casa”
MERATE – Ha creato anche un hashtag #anoiandrebbebeneanchecosì. Perché tutto può accettare Giuseppe Papaleo, battagliero presidente del Comitato viale Verdi tranne che si possa, in qualche modo, tornare indietro sul progetto di riqualificazione dell’importante asse viario che collega, da est a ovest, la città.
Martedì sera l’ultima riunione del Consiglio comunale della Giunta Massironi ha licenziato lo studio di fattibilità tecnico economica relativo al progetto di riqualificazione del viale. Un’approvazione, quella varata a maggioranza (neanche completa visto l’astensione del consigliere Ernesto Sellitto), che non ha di certo spento le polemiche e le critiche che da più parti sono sorte in merito a questo progetto.
Un progetto contestato da più parti e su più fronti
C’è chi contesta lo stanziamento ingente (3 milioni di euro, di cui 1 milione e 900mila euro solo per le opere); chi, come Aldo Castelli, candidato sindaco della lista di centrosinistra Cambia Merate, è contrario alle rotonde e chi teme che viale Verdi possa “mangiarsi” tutto a scapito del resto della città. Ma c’è anche qualcuno che non è contento del piano perché lo ritiene troppo basico, troppo smilzo e troppo misero in termini di vision e di valorizzazione dell’arteria che, non solo è l’ingresso alla città, ma collega anche tutti i suoi servizi, dall’ospedale alle scuole, passando per numerose attività commerciali. E’ il caso dell’ex sindaco Andrea Robbiani che, dal suo scranno in consiglio comunale, ha profetizzato la vittoria alle elezioni comunali del 26 maggio del suo compagno di banco Massimo Panzeri, annunciando anche che il progetto non potrà essere affidato, per l’esecuzione, alla Provincia.
“Bello il dibattito, ma indietro non si torna”
Un bel rebus, insomma, che Papaleo, lucano trapiantato da anni a Merate, affronta restando con i piedi ben ancorati a terra. “Ci fa piacere che questo intervento abbia e stia suscitando tanto dibattito, ma vorrei ricordare che qui stiamo parlando di una strada, definita urbana, ma che è di fatto percorsa anche da chi a Merate ci passa per recarsi al lavoro, a scuola o all’ospedale”.
Una strada molto trafficata che andava e che va, innanzitutto, messa in sicurezza. “Come Comitato siamo nati, nel 2015, con questo obiettivo. A noi interessa che le auto possano viaggiare in maniera più fluida, senza mettere in pericolo l’incolumità dei pedoni. Per questo ben venga l’esatta delimitazione degli spazi tra auto, posteggi e pedoni. Ben vengano i marciapiedi, ampliati e allungati rispetto alla situazione attuale e il potenziamento del numero dei posteggi”.
“Peggio di così non può andare”
Del resto, per Papaleo, peggio di così non può andare: “Basta guardarsi intorno e percorrerlo il viale per capire che qualcosa va fatto senza perdere ulteriore tempo. All’incrocio con via Turati il marciapiede è talmente stretto che un passeggino fa fatica a passare. Dopo il civico 107 il marciapiede finisce in un tombino. Vogliamo parlare della pista ciclabile attuale? E’ una polpetta avvelenata, utilizzata il più delle volte degli automobilisti come parcheggio. E guai a far notare loro che lì non dovrebbero starci”.
Spettatore attento di tutte le commissioni e i consigli comunali che, da inizio febbraio a oggi hanno avuto all’ordine del giorno il “suo” Viale, il presidente del Comitato ha una convinzione: “Forse abbiamo sbagliato a parlare di riqualificazione. Dovevamo definire questo progetto per quello che semplicemente è, ovvero una messa in sicurezza di una strada di un chilometro su cui insistono molte attività commerciali e tantissime unità abitative”.
Intorno al Viale gravitano più di 800 famiglie
Sono più di 800 le famiglie a cui il Comitato si rivolge per un totale di circa 1500 persone. Ed è a loro che in fondo va il pensiero di Papaleo. “Il progetto si farà. Indietro non si torna. Penso che già così come è stato confezionato da questa amministrazione vada bene. Non abbiamo bisogno di archistar. A noi basta che la strada venga messa in sicurezza così che poi tutti possano vivere meglio”.
“Un progetto valido”
Per Papaleo il progetto firmato dalla Provincia è valido perché frutto di incontri propedeutici in cui sono stati messi nero su bianco le specificità e le complessità di questa arteria. “Il progetto rivisto ha poi accolto alcune dei suggerimenti presenti nella proposta, giunta seconda al concorso di idee, avanzata dall’architetto Sergio Fumagalli. Un professionista della zona che ha calato il suo progetto nella realtà. Ritengo positivo che si sia tenuto conto della possibilità di trasformare parte del parcheggio in un’area polifunzionale da destinare a diverse attività, così come penso che sia una valore aggiunto per tutti la realizzazione di un parco giochi per i più piccoli”.
“La strada è importante, ma ancora di più lo sono le relazioni con le persone”
Semplici accorgimenti per poter vivere meglio tutti senza alcuna mania di grandezza. “Ma c’è un aspetto che mi interessa ancora di più e che sicuramente è ben più complesso da affrontare ed è l’aspetto sociale. Il comitato potrà aver senso di esistere ancora se saprà rispondere alle tante solitudini di cui spesso non ci rendiamo neppure conto”.
Il progetto di riqualificazione del viale potrà avere veramente senso solo se aprirà la strada ad altre iniziativa capaci di sviluppare e far crescere le relazioni tra le persone. Fermo sostenitore dell’importanza del volontariato di pianerottolo, concetto ribadito anche durante l’assemblea annuale del sodalizio tenuta sabato scorso alla sede degli Alpini, Papaleo è convinto che l’esperienza, quella vera, maturata in questi anni di comitato è quella grazie alla quale si è dato vita al pranzo di vicinato, alle iniziative natalizie e alla collaborazione con le scuole. Cercando di dare un volto e quindi un’anima a un viale che, tanti, forse troppi, vorrebbero semplicemente liquidare come la tangenzialina di Merate.