Ponte di Paderno, i sindaci: “Il progetto presentato è irricevibile”

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I sindaci dopo la Commissione regionale: “I passaggi previsti di mezzi aumentano dagli attuali 5.700 a 13.950 su una rete viaria già congestionata”

“Proposta critica per il nostro territorio”

PADERNO D’ADDA – I sindaci di Paderno d’Adda, Verderio, Robbiate, Imbersago, Merate, Lomagna e Osnago hanno partecipato, su invito, all’audizione in V° Commissione del Consiglio Regionale “Territorio, Infrastrutture e mobilità” in merito al nuovo ponte ferroviario e stradale tra Paderno d’Adda e Calusco, di giovedì 27 giugno, che è stata richiesta dai Consiglieri regionali Fragomeli e Ponti.

“Come noto – fanno sapere i sindaci – in Commissione RFI ha presentato tre possibili scenari per la sostituzione funzionale del ponte San Michele (che rimarrà come monumento e passaggio ciclopedonale) concentrandosi sulla soluzione più probabile di un ponte unico, ferroviario e carrabile, posto entro 30 metri a sud dell’attuale ponte.
Nella presentazione sono emerse alcune importanti indicazioni. La prima è che la costruzione del nuovo ponte è parte del progetto di raddoppio e potenziamento della tratta Carnate-Bergamo e che questo sarà predisposto per poter ospitare un doppio binario con gli ingombri del traffico merci.La seconda è che, per le caratteristiche geologiche delle sponde della valle dell’Adda e la presenza di una frana in lento movimento in prevalenza sul lato bergamasco della valle, non sono possibili altre collocazioni del nuovo ponte, se non entro poche decine di metri a sud del San Michele, oppure allontanandosi di oltre un km da esso (il Comune di Paderno ha già chiesto approfondimenti a RFI per comprendere la portata del fenomeno sul proprio territorio).
La terza è che il valore del progetto sarà sicuramente superiore ai 250 milioni e, per questo, sarà sottoposto a percorso di dibattito pubblico“.

“Per il resto, quanto presentato non si scosta sostanzialmente da quanto anticipato dal 2020 ad oggi e già commentato dai Sindaci del meratese. La costruzione di un ponte senza limitazioni di percorrenza ai mezzi leggeri e pesanti porta ad un incremento significativo di traffico, che è stato confermato come pari al 60% nelle ore di punta, in linea con i precedenti studi di RFI, con le analisi già fatte da alcuni nostri Comuni e con quelli della Provincia di Monza e della Brianza sull’impatto sulla viabilità locale della Pedemontana – tratta D. Il dato nuovo emerso dall’incontro è che, sulle 24 ore, i passaggi previsti di mezzi aumentano dagli attuali 5.700 a 13.950, con un incremento pari a quasi il 150%, cioè due volte e mezza il traffico attuale. Di questo il 15% è previsto sia traffico pesante”.

“Tutto ciò su una rete viaria che, come ci dicono gli studi e sanno i nostri cittadini, è già fortemente congestionata dal traffico locale e di attraversamento – continuano i sindaci – Nella riunione non sono state presentate opere viabilistiche a completamento dell’intervento, rinviando ai tavoli con le Province i ragionamenti in merito. Come Sindaci siamo intervenuti in audizione per esprimere chiaramente come questa proposta sia profondamente critica per il nostro territorio e per i nostri paesi e quindi, ad oggi, irricevibile. Non è pensabile che questa mole di traffico in arrivo dalla provincia di Bergamo e diretta verso l’autostrada A4, la Tangenziale Est e la futura Pedemontana, tra cui più di 2.000 camion al giorno, venga scaricata sulla nostra viabilità locale, sulle provinciali che attraversano molti dei nostri centri abitati e su tutti i comuni che si trovano sull’ideale asse di congiunzione tra la fine della tangenziale est e il futuro ponte.
Abbiamo ribadito come esista un problema di attraversamento dell’Adda tra il ponte autostradale di Trezzo e il ponte di Calolziocorte, che non potrà risolversi con il solo nuovo ponte a Paderno”.

“Abbiamo inoltre dovuto puntualizzare come (a differenza di quanto indicato nella presentazione iniziale) i Comuni del territorio coinvolti nei confronti con RFI e Regione – Paderno d’Adda, Robbiate e Verderio – non abbiano mai condiviso la soluzione del doppio ponte a sud del San Michele e siano stati invitati, in questi 4 anni, in soli tre momenti di confronto rispetto ai molti incontri con gli enti locali indicati in presentazione.
Serve da subito un tavolo di studio e discussione che ci coinvolga (con allargamento anche a Cernusco Lombardone) per progettare le opere viarie su tutto il quadrante compreso tra la tangenziale Est e il nuovo ponte, partendo dalle previsioni dei PTCP provinciali e dalle richieste già condivise con la Provincia di Lecco e da queste portate a Regione. E’ l’unica possibilità per trasformare questa opera in una reale occasione di sviluppo e evitare che il suo impatto stravolga i centri nostri abitati, comprometta la funzionalità delle nostre arterie stradali, peggiori la qualità ambientale del territorio.
Infine, il nuovo ponte si inserisce a ridosso del Ponte San Michele, un monumento dell’ingegneria di fine ‘800 su cui è avviato un percorso di candidatura a patrimonio UNESCO e che è circondato da un ambiente unico di grandissimo pregio. Qualsiasi proposta per un nuovo ponte dovrà essere architettonicamente e ingegneristicamente all’altezza del valore di questo contesto. Quanto visto in Commissione non lo è.
Le posizioni sopra evidenziate sono le stesse che, a primavera 2021, i quindici Sindaci del meratese avevano assunto congiuntamente in un documento comune e che sono state ribadite successivamente in tutte le sedi. Ad oggi non vediamo alcuna presa di coscienza su come il tema del traffico e dell’inserimento paesaggistico e ambientale dell’opera siano condizioni essenziali per la discussione e quindi la realizzabilità della stessa”.

“Siamo infine molto preoccupati dei tempi occorrenti per la realizzazione del nuovo ponte. Ad oggi non sembra credibile la realizzazione del nuovo attraversamento entro il 2030, anno in cui è prevista la chiusura al traffico ferroviario e veicolare sul San Michele e non sono state fornite garanzie sulle possibilità di proroga, che verranno vagliate più avanti. Serve una chiara programmazione dei tempi di sviluppo del progetto, non solo del ponte ma anche delle indispensabili opere viarie connesse. Sono passati due anni e mezzo dall’ultimo incontro di confronto tra Regione, RFI e i Sindaci dei paesi più vicini all’opera e non abbiamo visto alcuna presa in carico delle questioni e delle proposte presentate. Non vorremmo che l’urgenza diventi motivo per non dare risposte e non fare interventi indispensabili”.

“In ragione della portata delle ricadute di questo progetto sui nostri territori è nostra precisa intenzione tenere puntualmente informati i nostri cittadini sugli sviluppi, affinché possano contribuire alla definizione delle nostre proposte e sostenere le nostre posizioni” concludono i sindaci.