La Valvarrone lancia il Brugnerino, un biscotto a base di farina di castagne
Il ricavato delle vendite sarà investito nel recupero delle selve castanifere
VALVARRONE – La Valvarrone investe in uno dei suoi più importanti tesori: la castagna. La giunta del comune di Valvarrone ha infatti approvato un contributo straordinario di duemila euro per sostenere un progetto proposto dall’Associazione di promozione sociale Val d’Aven e finalizzato al recupero delle selve castanifere attraverso la creazione del Brugnerino, un biscotto a base di farina di castagne che ambisce a diventare il dolce di riferimento della valle.
“Caravina Reloaded”, questo il titolo dato al progetto pilota, si propone, infatti, di avviare una serie di azioni a breve e medio termine per rilanciare un turismo sostenibile e di qualità in Valvarrone, partendo dalla rivalutazione delle selve castanifere fino a riscoprire e ideare nuovi prodotti gastronomici in cui sia utilizzato come ingrediente base la castagna.
Con un’attenzione particolare, appunto, al Brugnerino (dal nome dell’Alpe Brugner, nella frazione di Avano, dove si trova una delle numerose selve castanifere della valle), il cui marchio è in fase di registrazione all’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti, e che sarà una delle prime azioni previste dal piano sostenuto dallo stanziamento dell’amministrazione.
I volontari dell’Associazione Val d’Aven, che opera sul territorio, hanno lavorato intensamente prima di tutto per recuperare una gré in località Brugner, ricreando quindi il luogo in cui le castagne, dopo la raccolta, venivano messe a seccare e ad affumicarsi. Nel mese di dicembre è stata prodotta la farina con cui attualmente è allo studio il disciplinare del Brugnerino e si stanno valutando anche altri impieghi.
Il contributo, che verrà erogato dal Comune a presentazione del rendiconto delle spese sostenute dall’associazione, servirà a coprire parte delle uscite per la creazione, la registrazione del marchio e la sua promozione. Il ricavato dalla vendita verrà reinvestito nel recupero delle selve castanifere del territorio e nella sua promozione, affinché la Caravina, per decine di anni prodotto chiave dell’economia della zona, ritorni a essere uno dei pilastri del rilancio della Valvarrone.