Dopo due anni di stop forzato causa Covid, la Cavalcata dei Tre Re è tornata con un grande successo di partecipazione
PREMANA – Tanti, tantissimi i premanesi e non solo che hanno seguito la tradizionale Cavalcata dei Tre Re, quest’anno impersonati dai coscritti del 2000. Un festa antica, che racchiude in sé la storia di un paese intero. Una sera durante la quale, ricorda il compianto Antonio Bellati nel suo magnifico “Dizionario Dialettale Etnografico di Premana” “… in dò’ ch’al saltàve fò i moruus” (dove si potevano trovare i findanzati).
Dopo due anni di stop forzato a causa del Covid-19, l’antica festa popolare-religiosa che si svolge la vigilia dell’Epifania è tornata ad animare Premana e lo ha fatto con un grande successo di partecipazione.
I Tre Re sono partiti in sella ai loro cavalli, guidati dalla Stella Cometa, dall’inizio del paese accompagnati da un lungo corteo.
Beb 10 tappe che hanno osservato percorrendo le antiche e strette vie del paese (strèc) che si snodano nel centro storico.
Ad ogni “fermata” i Tre Re hanno intonato il “Canto della Stella” sostenuti dalla Cantoria, del Coro Nives e dai moltissimi premanesi: “Noi siamo i tre Re / venuti dall’Oriente / ad adorar Gesù…”.
Il canto completo viene però eseguito solo in tre tappe, dove l’acustica è molto suggestiva, ovvero in Piazza Consiglio, davanti alla Chiesa dell’Immacolata e in Piazza della Chiesa San Dionigi dove ad attendere i Magi ci sono Maria, Giuseppe e il Gesù Bambino.
Una rievocazione curata nei minimi particolari che crea un’atmosfera unica e irripetibile, capace di coinvolgere e avvolgere gli spettatori come ben poche rievocazioni sanno fare e che vede alla regia la Pro Loco di Premana.
TESTO COMPLETO DEL “CANTO DELLA STELLA”
Noi siamo i tre Re / venuti dall’oriente ad adorar Gesù.
Un Re superiore / di tutti il maggiore di quanti al mondo / ne furono giammai.
Ei fu che ci chiamò / mandando una stella che ci condusse qui.
Dov’è il Bambinello / grazioso e bello in braccio a Maria / che l’è Madre di Lui.
L’amabile Signor / si merita i doni assieme ai nostri cuor.
Perciò abbiam portato / incenso odorato e mirra e oro / in dono al Re Divin.
Quell’oro che portiam / soccorra o Maria la Vostra povertà.
D’incenso l’odore / ne toglie il fetore di stalla immonda / in cui troviam Gesù.
E questa mirra poi / c’insegna il Bambino la vera umanità.
Ci mostra di passione / l’amaro boccone, l’amara bevanda / che per noi soffrirà.
Or noi ce n’andiam / ai nostri paesi da cui venuti siam.
Ma qui ci resta il cuore / in braccio al Signore,in braccio a Maria / e al Bambinel Gesù.