Alla fine del mondo con Stefan Glowacz, tutto esaurito da Sport Specialist

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Da sinistra Carlo Caccia (ufficio marketing di Camp), Pino Zamboni (ufficio marketing df-Sport Specialist), l’interprete Luca Calvi, Stefan Glowacz e il Ragno di Lecco Matteo Della Bordella.

 

SIRTORI – Classe 1965, nato a Oberau in Germania, Stefan Glowacz nella serata di giovedì 16 aprile ha fatto tappa al negozio df-Sport Specialist di Bevera di Sirtori. Tutto esaurito per l’appuntamento organizzato con la collaborazione di Camp: “Più passa il tempo e più diventa difficile trovare personaggi che possano soddisfare il nostro pubblico – ha detto Sergio Longoni -. Sicuramente il calore di questa folta platea ci spinge sempre a migliorarci e a trovare volti sempre nuovi”.

 

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Da sinistra Stefan Glowacz, l’interprete Luca Calvi, Giovanni Codega di Camp e Sergio Longoni

 

Stefan Glowacz ci ha portato alla fine del mondo, nell’isola di Baffin, a nord del Canada. Quella che abbiamo potuto vivere, però, non è stata la “solita” spedizione alpinistica, ma un’avventura a tutto tondo: “Decidere cosa presentare in questa occasione non è stato semplice – ha detto Glowacz -. Siamo a due passi da Lecco, l’università dell’alpinismo, e mi trovo davanti a una platea molto competente perciò ho deciso di farvi vedere una spedizione in cui è racchiusa tutta la mia filosofia”. Infatti Stefan ha un suo particolare modo di vivere la montagna: “Cerco sempre di combinare l’avventura con l’exploit, affrontando la spedizione by fair means, ovvero con mezzi corretti e leali”. Questo si traduce in una visione del mondo e dell’avventura che coinvolge Stefan in maniera totale: “L’obbiettivo è di partire sempre dall’ultimo posto civilizzato per raggiungere la montagna da scalare con le proprie forze, portando da noi tutto il materiale a spalla oppure attraverso l’utilizzo di slitte, kayak, kite ski…”. Ovviamente è vietato lasciare materiale in parete, cercando di ridurre al minimo le tracce del passaggio.

Grazie alla sua filosofia le spedizioni di Stefan non si concludono una volta raggiunta la cima: “Nel caso dell’Isola di Baffin, dopo aver scalato la montagna abbiamo dovuto percorrere 450 chilometri in circa un mese di tempo per tornare al villaggio più vicino. Questa per me è la ricchezza dell’essere e del vivere. Spesso dico ai miei figli di non pensare solo a sognare ma di fare tutto per vivere quei sogni”.

Insomma, un altro grande personaggio dell’alpinismo è stato ospite di casa Longoni andando a consolidare un ciclo di appuntamenti che sta sempre più diventando una irrinunciabile tradizione.