Pedeferri & Spini (Ragni Lecco): il racconto di un impresa storica

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LECCO –Missione compiuta per Simone Pedeferri e Davide Spini del Gruppo Ragni della Grignetta, che nel mese di luglio hanno realizzato sono riusciti in uno dei concatenamenti più importanti della storia della Val Masino, salendo in poco meno di 24 ore diverse vie tra Val di Mello e alta Val Masino. La corsa dei due è cominciata poco dopo lo scoccare della mezzanotte dal parcheggio della Valle e terminata all’intaglio di uscita della Taldo Nusdeo al Picco Luigi Amedeo; il tutto in 23 ore e 50 minuti.

A raccontare l’impresa è lo stesso Spini, una testimonianza pubblicata dal sito dei Ragni Lecco:


“Il risveglio di Kundalini”, “Luna nascente”, “Piedi di piombo”, “Oceano irrazionale”, “Magic line”, “Nusdeo-Taldo”. Nomi di vie che in gioventù mi fecero spaventare e furono il banco di prova del mio istinto di sopravvivenza, ora, senza apparente nesso logico, sono buttate lì una in fila all’altra, con la giusta dose d’arroganza.

“Kundalini” …

…dura due soli tiri e lo stesso vale per

“Luna”….

“Piedi di Piombo”…

invece, è decisamente meno divertente delle precedenti. Gli appoggi sono minuscoli e le prese inesistenti, così l’arrampicata è un po’ più macchinosa e meno fluida.

Sono passate da poco le 6 quando Simone parte per…

“Oceano irrazionale”…

In un solo lungo e bagnatissimo tiro arriva a far sosta nella tromba. Dopo un attimo lo raggiungo e continuo, giocando con la fessura bagnata arrivo alla cengia da cui parte la facile rampa della seconda parte. In un paio d’ore siamo in vetta al Precipizio, poi una bella scarpinata tra ripidi pascoli e placchette bagnate ci conduce in cima alla Val Livincina.
Discesa da brivido verso la Val Qualido tra erba verticale, sassi instabili e chiodi di discutibile tenuta.
La parete del Qualido è gigante e bellissima!

Sulle interminabili placche di

…“Magic line”

l’arrampicata è forzatamente più lenta, un po’ per l’assenza di appigli, un po’ per tutte le ore trascorse “passeggiando” per monti.
Finalmente la parete spiana e poi finisce. Seguiamo la cresta che riporta al canale di discesa di poche ore prima, disarrampichiamo su terreno più facile ma esposto, soliti chiodi, solita doppia e solito brivido.

Camminando verso il Rifugio Allievi sento che la galoppata sta per finire e sono felice. L’adrenalina mi pulsa dentro, la fatica non esiste, le gambe girano, la mente è pronta…Vorrei mettermi a correre!

Il tepore del rifugio, un panino, qualche borraccia di sali minerali, un po’ chiacchiere con gli amici e un caffè abbondante ci portano via un po’ di tempo, ma ci tengono lontani dall’aria gelida che circonda l’Allievi.

Con il freddo già dentro di noi usciamo e ci incamminiamo verso la classica, difficile e grandiosa

…“Nusdeo-Taldo”…

NO PAIN, NO GAIN!

I primi tiri li fa Simone, poi mi annuncia di non riuscire più a indossare le scarpette e si mette quella da ginnastica. Ora conduco io, determinato ad arrivar in cima prima delle fatidiche 24 ore.

Il “diedro nero”, penultimo tiro per la fine di tutto, mi mette a dura prova. I piedi hanno perso sensibilità, il freddo è costante e le energie mentali stanno per finire. Tiro friend, chiodi e parolacce, proteggo molto, ma arrivo in sosta in un tempo ragionevole.
Ultimo traverso, fine del sottovento e sosta sullo spigolo. Il vento mi schiaffeggia e inizio a tremare. Quando Simo arriva è mezzanotte e sono già pronto per calarmi lungo lo “Spigolo sud”.

Dopo 23h 50 min dalla partenza tutto sembra finito, ma il peggio deve ancora venire. Un abbraccio fulmineo e si scende, fa un freddo porco.

Tremo e scendo. Cerco la prossima sosta, ma la corda finisce sempre anzitempo. Quindi doppia su un fix senza perder tempo in inutili eroismi.

Il vento ci maltratta e ci stanca, mentre la corda sembra accorciarsi sempre più. Noi tremiamo e scendiamo, visto che non possiamo fare altro.

Finalmente si intravedono i pascoli. Ultima doppia su spuntone. TERRA. Grazie!

La discesa è un vero “trip da droghe sintetiche”. Vista la carenza di sonno tutto è surreale, senza tempo e senza spazio…e senza fine! Ci addormentiamo tre volte e ci incavoliamo perché il sentiero non finisce mai. Poi, inaspettatamente, arriva l’alba e che ci riporta alla realtà. Così gli ultimi chilometri verso casa sono tranquilli e piacevoli, così il pensiero può vagare verso progetti futuri…”

Davide Spini