LECCO – Poco prima delle 19.30 di domenica dalla base della Torre Egger è giunto un sms: “Vetta ieri e discesa finita ora, siamo alla tenda. E’ stato allucinante, 4 giorni durissimi di devasto ma ce l’abbiamo fatta. Grazie a tutto il Gruppo Ragni!”.
Il Ragno Matteo Della Bordella e l’alpinista erbese Luca Schiera hanno scritto un’altra pagina di storia dell’alpinismo conquistando la Torre Egger dall’inviolata parete Ovest, obiettivo raggiunto grazie anche al compagno di cordata e amico Matteo Bernasconi, costretto a rientrare in Italia anzitempo per motivi di lavoro. Un’impresa nell’impresa visto che il sogno è stato coronato dopo tre anni dal primo tentativo.
“Siamo felicissimi e nello stesso tempo sollevati – spiega il presidente dei Ragni Lecco Fabio Palma – Eravamo preoccupati perchè la via è durissima, complicata e pericolosa. Sapevamo che venerdì avevano finito la via e mancavano 200 metri alla vetta tratto, quest’ultimo, che segue una linea già percorsa da pochissime cordate che giungono dall’altro versante. Il satellitare sulla parete non prende quindi giunti al colle ci avevano chiamato avvisandoci che sabato avrebbero tentato la cima per poi ridiscendere. E così, abbiamo trascorso sabato e domenica in totale apprensione. Eravamo tutti preoccupati, soprattutto per la discesa che su quella parete è difficile tanto quanto la salita, poi finalmente l’sms dalla base”.
Oggi si sobbarcheranno, carichi come muli, 45 km sul ghiacciaio per fare rientro al campo base. “In confronto a quello che hanno fatto – prosegue il presidente Palma – sarà una passeggiata, anche se la stanchezza si farà sentire. Poi al Campo Base dormiranno due giorni prima di prendere il volo di rientro in Italia previsto per il 9”.
Una conquista storica, giunta dopo 3 anni duri, intensi, dove caparbietà, costanza, coraggio e forza del gruppo sono stati gli ingredienti fondamentali di questo successo mondiale. Se nel 2011 Della Berdella e Bernasconi erano riusciti ad arrivare a metà parete circa, lo scorso anno avevano accarezzato il sogno: quando erano a soli 25 dalla vetta qualcosa non è andato come avrebbe dovuto e i due Ragni si sono ritrovati sospesi nel vuoto a centinaia di metri d’altezza con un solo piccolo “friend” a fare da sicurezza. Segnati da quello spaventoso incidente i due Ragni avevano preferito mollare la presa, facendo rientro a casa. Tutto sembrava fosse rimandato chissà a quando, poi, lo scorso novembre l’annuncio: ripartiamo e oggi, la grande notizia.
Die Another Day (morire un altro giorno), questo il nome dato alla via che non ha bisogno di spiegazioni. “Non penso che avrà molte ripetizioni nei prossimi 50 anni – commenta il presidente Palma – anche se nel mondo dell’alpinismo non si sa mai, di fenomeni ce ne sono parecchi quindi non è mai detta l’ultima parola, fermo restando che un’impresa simile è davvero una pagina di storia dell’alpinismo mondiale”.
Una vittoria dei tre alpinisti, i Ragni Della Bordella e Bernasconi e dell’erbese Schiera, ma anche una vittoria dell’intero Gruppo Ragni: “C’è stato un lavoro di squadra importantissimo che ha visto coinvolte molte persone e che hanno permesso di raggiungere questo straordinario obiettivo che, non dimentichiamolo, resta una grande impresa di Della Bordella, Schiera e Bernasconi”. Poi un ringraziamento speciale: “Al dottor Gianfelice Rocca presidente della Techint che ci ha supportato in questa terza spedizione”, conclude il presidente Palma.