Due storie, due sfide ma la stessa grande soddisfazione
Il record del mondo è di Alberto Contador con 7h27’20”
TACENO- Certo, il record mondiale di Alberto Contador è lontanissimo (non poteva essere altrimenti), visto che si parla di un crono di 7h27’20” ottenuto dal ciclista spagnolo (professionista dal 2003 al 2017). La soddisfazione di salire in bici e di pedalare fino a raggiungere un dislivello positivo di 8848 metri (esattamente come l’altezza del Everest, da cui il nome dell’impresa Everesting) però suscita in chi compie l’impresa e in chi assiste emozioni pure e scariche di adrenalina.
Simone Spano, la scalata a luglio
Simone Spano, di origine sarde ma nato a Lecco e trasferitosi in Sardegna quando la famiglia era ritornata al paese di origine, in gioventù aveva iniziato a gareggiare nel ciclismo arrivando a togliersi delle belle soddisfazioni fino a quando il mondo del lavoro non ha chiamato. Simone è ritornato in valle nel 1994 iniziando a lavorare come metalmeccanico. L’agonismo era solo un ricordo di gioventù, ma la brace arde sotto la cenere, riprende vigore e così inizia una nuova giovinezza fatta di gare, prevalentemente gran fondo.
Oggi veste i colori del Team Asnaghi Gran Fondo di Lecco. Nel 2020, per le note vicissitudini legate al Covid-19, non si sono disputate gare e per vincere la noia dei soli allenamenti, nella sua testa nasce il proposito di provare l’Everesting. Lui abita a Margno e come percorso ha scelto la salita che da Taceno arriva all’Alpe di Paglio. “Ho scelto quel percorso perché abito a metà strada e in caso non fossi riuscito per qualsiasi motivo a portare a termine il tentativo, sarei andato a casa direttamente”.
10,8 Km da percorrere 10 volte fino a raggiungere 8900 metri di dislivello, 220 Km totali, 13h20’ per riuscire a completare il tutto: “Quando l’avevo confidato a Sara (mia moglie) mi aveva preso per matto, ma alla fine è grazie a lei se sono riuscito a completare la sfida, ogni ora e mezza ci davamo appuntamento in piazza a Margno per il ristoro, mi portava tutto quello che mi serviva, dai panini alle borracce al cambio vestiti. Ho iniziato alle 4.30 del mattino perché sapevo che sarebbe durata quasi tutto il giorno, i primi giri li ho fatti al buio con una luce artificiale attaccata al casco. Man mano che passavano le ore, aumentava la fatica e il dislivello si faceva sentire”.
“A metà ho iniziato ad accusare la fatica, ho bucato un paio di volte, ma grazie al servizio ammiraglia di mia moglie e di mio cugino, ho superato gli imprevisti – continua Simone Spano -. All’ultimo giro ho pensato di fermarmi, mi tremavano le braccia e non sentivo più i palmi delle mani, quando nonostante tutto sono arrivato in cima per l’ultima volta ho provato una gioia immensa con mia moglie, mia figlia e tanti amici ad aspettarmi”.
Di questi giorni l’impresa di Thomas Gianola
Classe 1998, ci ha provato per gioco. Thomas Gianola si è detto “Provo a farlo e vediamo sin dove riesco ad arrivare”. Per lui partenza al passaggio a livello di Bellano e, passando da Parlasco, salita sino al passo di Agueglio, 15 Km e 940m di dislivello, nove volte più un tratto del decimo giro per completare il dislivello richiesto.
“Sono partito alle 5 del mattino di venerdì 21 agosto, ho pedalato fino alle 22.30 facendo piccole pause per reintegrare e rigenerare dopo ogni salita”.
Per tutta la giornata un gruppo di amici è stato in cima al passo dove c’è il bel vedere, a volte lo hanno accompagnato per dei tratti o in bici o in auto spronandolo nei momenti di difficoltà: “È stato molto faticoso, ho saputo gestire bene le energie, soprattutto nelle ore più calde della giornata, la soddisfazione più grande quando all’ultima ascesa, in cima, c’erano i miei amici a farmi il tifo, con megafoni, musica e coriandoli”.
Un’impresa non da poco dunque per i due valsassinesi, nata come una scommessa con loro stessi e portata al termine con grande soddisfazione.