Il Nameless? “Una cosa oscena”. La replica: “Fieri di averlo sostenuto”

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LECCO – Il Nameless Music Festival? “Una cosa oscena”. Non usa mezzi termini il leghista Giovanni Colombo nell’esternare il suo sdegno nei confronti dell’evento di musica elettronica ospitato nell’area spettacoli del Bione nel weekend appena trascorso.

“Se il centro di Lecco si animava di un appuntamento notevole e istruttivo come ‘H-drà’, la manifestazione sulla sostenibilità ambientale, non si può dire la stessa cosa di quanto accaduto al Bione. Un rumore, un fracasso che pure gli animali ne sono stati disturbati. La nostra città non ha assolutamente bisogno di queste cose – ha denunciato il consigliere comunale – e se è questo il turismo a cui puntiamo, forse è meglio che di questi turisti non ce ne siano. Mi preoccupa anche lo spaccio di droga che poteva esserci in quella situazione”.

Alle dichiarazioni di Colombo, giunte all’apertura del Consiglio comunale di lunedì sera, è seguita la replica dell’assessore Armando Volonté, che sulla questione aveva già affrontato le critiche degli ambulanti lecchesi e che tanto si è speso affinché il festival si realizzasse:

“La sua organizzazione rappresentava una sfida, concepire un evento musicale come un momento di aggregazione giovanile; una sfida raccolta in prima persona da me e dal sindaco Brivio, perché i promotori dell’evento si sono fatti portatori di un approccio diverso – ha spiegato Volonté – Si è offerto ai giovani un momento di aggregazione coniugato ad una grande attenzione alla sicurezza, ai controlli e al rispetto delle norme. Il fatto stesso di terminare la musica a mezzanotte è un fatto molto importante”.

Sono stati 3900 i biglietti venduti per l’evento, secondo quanto spiegato dall’assessore: “Non si è trattato di un rave party fatto di droga e sballo, ma di una sana manifestazione musicale dove giovani si sono diverti stando nelle regole, con 45 persone che assicuravano sicurezza, oltre che le forze dell’ordine che hanno garantito il controllo e nessuna lamentela. Un evento di cui andare fieri”.