LECCO – Quasi 12 mila interventi in questi primi sette mesi dell’anno per il servizio di 118 sul territorio lecchese, in leggero aumento rispetto ai dati del 2011 e del 2012, quando a fine anno si erano contati circa 21 mila servizi di soccorso al cittadino.
Questi i numeri dell’Areu, l’Agenzia regionale per le emergenze, il cui direttore Alberto Zoli ha voluto fare il punto dei passi compiuti negli ultimi dieci anni, dopo la fusione tra le centrali operative, la redistribuzione dei mezzi sul territorio, e la recente istituzione del numero unico 112:
“Oggi la sala operativa di Como, Lecco, Varese esiste e funziona; è una realtà che accomuna questa macro-area lombarda” ha spiegato Zoli.
Un percorso che oggi, come spiegato dallo stesso Zoli, vuole puntare ad un miglioramento qualitativo del servizio e ad avere personale sempre più qualificato. Un obbiettivo comune con l’Azienda Ospedaliera di Lecco, guidata da Mauro Lovisari, che mette a disposizione i propri medici per le operazioni di soccorso.
In quest’ottica è sempre più serrata la selezione del personale, con un aumento dei medici rianimatori (dai 9 del 2011 agli attuali 11) e un calo nell’impiego dei medici del territorio (da 10 a 6) e dei liberi professionisti (da 5 a 4); crescono invece gli infermieri capaci di una gestione diretta del paziente (da 17 a 26).
“Porteremo avanti chi vuole specializzarsi, chi prova la propria esperienza e accetta la turnazione nei reparti ospedalieri. Chi invece non accetta tali richieste verrà emarginato dall’azienda” ha spiegato Lovisari.
Un miglioramento che vuole guardare anche ai temi medi d’intervento dei mezzi di soccorso: come spiegato dalla responsabile della comunicazione di Areu, Cristina Corbetta, i tempi di uscita dai presidi ospedalieri è di circa 5 secondi, con un arrivo sul luogo dell’emergenza al di sotto dei 10 minuti su 21 Comuni lecchesi (compreso il capoluogo), sotto i 20 minuti in 64 comuni e oltre i 20 minuti in cinque.