Zamperini sulla Tares: “dovevamo difendere i nostri commercianti”

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FDI - Stati Generali - ZamperiniLECCO – Nonostante i termini di pagamento siano ormai scaduti, il dibattito sulla nuova tassa dei rifiuti non sembra cessare tra le fila dei banchi del consiglio comunale.

Nella seduta di lunedì , il consigliere Giacomo Zamperini (FdI) è tornato sull’argomento, ribadendo che, nell’ottica di difendere gli interessi dei piccoli commercianti locali, si potevano modificare i criteri contributivi passando dalla Tares alla precedente Tarsu.

Ammetto che sia ridicolo parlare oggi, termine ultimo per il pagamento della Tares, di questo ordine del giorno, ma resto dell’idea che questa strada era percorribile”, ha affermato il consigliere di Fratelli d’Italia.

“Lo scorso 28 ottobre – ha precisato Zamperini – era stato approvato un emendamento al decreto sulla Tares che permetteva di usare nei pagamenti i vecchi parametri della Tarsu, il che per i nostri commercianti, per gli ambulanti, i fioristi e le famiglie numerose di questa città avrebbe significato evitare di pagare mediamente 600 € in più”.

“Da un confronto avuto con la gente – ha dichiarato ancora Zamperini – c’è chi ha pagato perfino 2000 € in più, che andranno a beneficio delle grandi catene di distribuzione e delle banche. Se il nostro obiettivo è quello di aiutare i piccoli commercianti, stasera abbiamo possibilità di lanciare un salvagente e politicamente di prendere posizione netta: è ovvio che sia poco serio cambiare le regole al 16 di dicembre, ma mi piacerebbe avere una risposta politica da questo consiglio, al di là degli aspetti tecnici e dell’approvazione o meno della mia proposta”.

Eugenio MilaniIl primo appoggio alla mozione è giunto dal consigliere Ezio Venturini (IdV): “quello della Tares è problema grosso, perché c’è stato gran casino in questi mesi. Oggi i cittadini erano ancora in coda per avere informazioni dopo la prima rata già pagata. Bisogna far passare il messaggio che si poteva fare di più e cambiare in meglio le cose: siamo in un ritardo volutamente voluto”. “Condivido l’attenzione di Zamperini per il problema delle piccole categorie commerciali – ha osservato il consigliere Eugenio Milani (Pd) – ma aggiungo che l’attenzione delle ricadute della crisi sulle piccole aziende è presente in consiglio: sappiamo bene che i negozi di vicinato subiscono doppiamente la crisi, pagando anche la concorrenza con la grande distribuzione”.

“Il principio corretto del chi più consuma più paga è difficile da obiettare – ha affermato Stefano Angelibusi (Pd) – poi è diversa l’attuazione pratica di questo principio e su questo bisognerà lavorare. La soluzione proposta da Zamperini è la classica soluzione all’italiana, utile a trovare una  scappatoia per tenere buoni i cittadini lamentosi, senza però risolvere il problema. In tutto questo, anche il Comune deve stimolare, favorire, certificare e premiare coloro che producono meno rifiuti, ma no a soluzioni pasticciate”.

Seccata la replica di Antonio Pasquini (NCD): “altroché chi produce paga, qui siamo di fronte all’ennesima situazione in cui alla maggioranza manca concretezza e un minimo di progettazione politica. Siete qui per votare delibere e dire che ci siete, ma non avete capacità propositiva, non riuscite a entrare nel merito delle questioni, trovando soluzioni concrete e realizzabili. Anche la discussione sull’eventualità delle quattro rate è stata un’operazione di facciata, mentre gli uffici cercavano di dare risposte concrete ai cittadini”.

caos tares comune Lecco (3) Elisa CortiSulla questione del mancato passaggio dalla Tares alla Tarsu, auspicato da Zamperini ma non passato ai voti del consiglio, è intervenuta anche l’assessore Elisa Corti: “potrei chiudere dicendo che l’approvazione di questo ordine del giorno non è più consentito dai tempi, ma voglio precisare un’ultima volta per collocare bene le giuste responsabilità. Alcune scelte, come i parametri di pagamento delle tariffe, è noto che non sono in capo al comune, ma dipendono da un decreto ministeriale”.

“Ciò che mi rammarica di più in tutta questa vicenda – ha proseguito l’assessore al bilancio – è l’errata comunicazione del legislatore e la poca serietà dimostrata dallo stato centrale: i comuni che dicono di essere tornati alla Tarsu non sono tornati realmente, ma molto più semplicemente non avevano mai approvato la Tares e hanno approfittato di questa specie di condono per non apparire inadempienti”.

“Spiace – ha concluso l’assessore Corti – che i comuni seri che hanno approvato in tempo utile tutte le norme ora appaiano come quelli che non sono stati abbastanza furbi per approfittare della situazione. Per i prossimi anni spero in una maggiore equità dei parametri, ma serve intervenire a livello normativo: non siamo noi che non guardiamo alle richieste cittadini”.