
LECCO – Mantenere aperto il rifugio per i senzatetto della Caritas per altre settimane e nel frattempo trovare una soluzione definitiva, accessibile tutto l’anno per i disagiati? Una proposta lanciata dal portavoce di Appello per Lecco, Corrado Valsecchi, e bocciata sia dall’assessore alle Politiche Sociali che dall’ente diocesano.

“Le condizioni della struttura non permettono il proseguimento dell’esperienza e il 31 marzo si chiude – ci spiega il coordinatore della Caritas lecchese, don Ettore Dubini – Il rifugio notturno mantiene un carattere emergenziale e nell’attuale situazione non potrebbe essere altrimenti. Questo non vuol dire che le persone vengono abbandonate a loro stesse, erano seguite prima e lo saranno ancora. Ci sono percorsi di rinserimento in atto anche se non è cosa facile, tenuto conto di una serie di difficoltà e della cronicizzazione a senza fissa dimora di alcuni di loro”.
In soli 5 mesi, da novembre a dicembre, lo scorso anno il rifugio aveva reso possibile quasi 2 mila pernottamenti, con una massimo di 29 ospiti a serata, grazie all’aiuto di 86 volontari. Pensare di mantenere aperto il rifugio tutto l’anno, soprattutto a livello economico, non sembrerebbe essere cosa semplice: “Ci vorrebbe una paccata di soldi” ha commentato scherzosamente don Ettore.
A stroncare tale eventualità è l’assessore Ivano Donato, che non usa mezzi termini riferendosi alle dichiarazioni di Valsecchi:
“Va fatta chiarezza perché così si rischia di usare situazioni drammatiche per fare populismo – sottolinea l’assessore – il rifugio è nato per evitare che i senzatetto morissero di freddo e non ad uno scopo continuativo perché il territorio ha già dei percorsi attivi nei servizi sociali della città e degli altri Comuni. Il grosso rischio è quello di dare spazio a troppe iniziative e accenderle come piccole candele, non in grado di scaldare e quindi di non dare una risposta concreta al problema”.

L’assessore ha ricordato anche la presenza del centro intercomunale di via dell’Isola che offre già accoglienza tutto l’anno ai richiedenti aiuto. “Oggi abbiamo il grande bisogno concertare risorse e idee, evitare di costruire doppioni di quello che già esiste – ha proseguito l’assessore – Vogliamo moltiplicare le iniziative? Bene, ma poi come le alimentiamo? Come le portiamo avanti?”.
Donato fa sapere che sono 1960 famiglie in carico ai Servizi Sociali, 360 si sono aggiunte nel solo 2013. “Sono problematiche diverse, legate alla fragilità del sistema familiare e alla precarietà economica – sottolinea l’assessore – Per questo le risorse vanno gestite in modo accurato per tutte le problematiche sociali del territorio”.
Lunedì sera, alcuni degli ospiti del rifugio Caritas hanno volantinato di fronte al palazzo comunale per chiedere “un tetto” quando a fine mese l’accoglienza invernale cesserà. “Per i cani si costruisce un canile e per noi? – scrivono nel volantino – chiediamo possibilità e strumenti minimi per ritrovare dignità”.

Un appello colto dal capogruppo del NCD, Filippo Boscagli: “Ci si è mossi immediatamente per non far chiudere il canile ma da domenica 30 persone saranno senza tetto per la chiusura del centro notturno della Caritas. La richiesta degli ospiti, in gran parte italiani, è la possibilità di aver un luogo dove dormire perché da clochard le possibilità di un lavoro e di ricominciare sono nulle. Bisogna fare tutto perché gli ultimi di questa città non diventino degli esclusi e senza un tetto diventa difficile…”
La contrapposizione della situazione del rifugio per i senzatetto con la questione del canile comunale non è però piaciuta al capogruppo dell’Italia dei Valori, Ezio Venturini, che non ha fatto mancare il suo commento:

“E’ un confronto assurdo e volutamente espresso per arrivare a un fine che denota un basso profilo politico ,etico e per i meno attenti ,educativo, oserei dire spudoratamente strumentale. Esistono sicuramente priorità alle quali un Amministrazione non può assolutamente ignorare , in genere le precedenze dovrebbe essere date agli esseri viventi , che poi si tratta di umani o cani ritengo che queste tipi di interventi dovrebbero essere ampiamente coesi condivisi e risolti”. “Metterei invece qualche paletto, se ce ne fosse bisogno , a nuovi e non previsti interventi strutturali di progetti che avrebbero dovuto essere totalmente a carico di quelle associazioni – spiega Venturini facendo riferimento all’isola Viscontea e al progetto di restauro portato avanti da Appello per Lecco – La comunità ha più interesse per la salvaguardia del rifugio dei cani e quello degli esseri umani che quello di ristrutturare, pur riconoscendone il valore, un immobile che non è proprietà del Comune e che è stato preso per promuovere principalmente l’attività di una associazione o lista civica?”

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL



































