Moria di negozi in centro. Negrini: “Facciamo squadra”

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    LECCO – Il crollo dei consumi è una delle piaghe più evidenti della crisi economica e secondo il Centro studi di Confcommercio per il 2014 è prevista un’ulteriore contrazione dello 0,2%, dopo il calo del 2,4% già registrato nello scorso anno.

    Un vero spauracchio per negozianti che da alcuni anni si ritrovano sempre più in difficoltà nel tirare avanti, alcuni si affacciano al baratro, altri hanno già abbassato da tempo la serranda.

    “Lecco è l’emblema di questa situazione – sottolinea Alberto Negrini, presidente del distretto di Lecco centro per Confcommercio – il 2013 è stato l’anno più duro sul fronte dei consumi, la crisi ha cambiato profondamente le abitudini della gente che spende meno rispetto al passato. Ma se non ci sono acquisti l’economia non può funzionare”.

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    Alberto Negrini

    Così, anche nel capoluogo manzoniano non si arresta la moria di attività commerciali e negli scorsi dodici mesi oltre una trentina di esercizi del centro hanno chiuso i battenti e solo per alcuni ne è seguita la riapertura con nuove attività. A subire di più, a Lecco come ne resto d’Italia, è stato il settore della moda, di cui tra l’altro Negrini è tra i principali esponenti sul territorio:

    “Tante attività stanno galleggiando e nessuno se ne accorge finché il negozio resta aperto, temiamo però una nuova ondata chiusure – prosegue il referente lecchese di Confcommercio – dopo il Natale e i saldi, che progressivamente hanno visto scendere la propensione all’acquisto, sta trascorrendo un marzo complicato così come è stato lo scorso anno. Non vediamo ancora il dato positivo e manca la fiducia per dire ce la potremo fare”.

    Una situazione che ha spinto Negrini a lanciare un appello: “Non può valere la logica che i commercianti debbano arrangiarsi da soli ma è necessaria una sinergia con l’amministrazione comunale. Altrove ci sono economie territoriali che recuperano, dobbiamo fare squadra e rendere anche Lecco più appetibile e competitiva. Non bastano le soluzioni individuali del singolo operatore ma esiste una questione di sistema, il territorio deve diventare il nuovo soggetto di riferimento. Serve la politica e gli imprenditori disposti a mettersi sulla piazza”.