Calolzio: acido in faccia al rivale, condannato a 10 anni

Tempo di lettura: 2 minuti

giudiceCALOLZIO – Una persecuzione che sarebbe iniziata con telefonate, sms minacciosi, poi con atti di vera e propria violenza per i quali, secondo l’accusa, avrebbe assoldato una “squadra di mercenari” per punire l’amante della moglie fino all’ultima aggressione, quella più tremenda, con l’acido gettato in pieno volto alla vittima, rimasta sfigurata.

Giovedì, Felice Ravasi, l’imprenditore calolziese ritenuto il mandante di quelle violenze, è stato condannato a dieci anni di carcere dal tribunale di Milano e a risarcire con 500 mila euro il perseguitato, un consulente finanziario milanese (A.M.) di 49 anni.

Era il novembre del 2008 quando la vittima si è trovata tutte e quattro le gomme dell’auto tagliate, poi le chiamate e i messaggi minatori al cellulare e nel giugno del 2009 il pestaggio in via Sforza, a Milano, da parte di uno sconosciuto che gli ha tirato un pugno in faccia per poi scappare. Era solo il preludio di quello che sarebbe successo tre mesi più tardi, il 21 settembre dello stesso anno: l’acido solforico “ad altissima concentrazione” gettato addosso alla vittima e le ustioni provocate dalla pericolosissima sostanza, che gli ha causato anche la perdita dell’uso di un occhio. Ben 23 gli interventi chirurgici ai quali l’uomo si è sottoposto finora.

“Mi sento peggio di prima, perché nessuno esce vincitore da questa vicenda. Due famiglie sono state distrutte, hanno perso tutto e io ho perso la salute, il lavoro, la vita”. E’ quanto avrebbe dichiarato il consulente finanziario che ora vivrebbe con l’ex moglie del calolziese, come riportato dal quotidiano La Repubblica. “Due famiglie hanno perso tutto, gli affetti e tutto il resto. E per che cosa? Per la gelosia? – ha proseguito il 49enne – Spero che lui abbia capito l’errore e ci lasci in pace, dato che ancora tormenta la mia compagna”.

Assolta invece la moglie della vittima che era sospettata di aver organizzato la vendetta insieme a Ravasi. Per quanto riguarda gli esecutori materiali delle violenze, un uomo era stato condannato con rito abbreviato a più di cinque anni di reclusione ma la sentenza è poi stata annullata in appello.