Metastasi: anche Invernizzi (Appello) finisce nella “bufera”

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Alberto Invernizzi - Appello per Lecco

alberto-invernizziLECCO – Non c’è solo il sindaco Brivio tra gli intercettati dell’Amministrazione Comunale di Lecco coinvolti nella vicenda dell’area di Paré: anche il nome del consigliere di Appello per Lecco, Alberto Invernizzi, a capo della commissione urbanistica, compare nell’inchiesta e nelle carte vengono riportate alcune sue conversazioni con Ernesto Palermo.

E’ ancora una volta Qui Lecco Libera (vedi link) a pubblicare alcuni stralci del faldone redatto dai pm e in modo specifico riguardanti i rapporti tra Palermo, arrestato insieme al sindaco di Valmadrera ed altre 8 persone, e il consigliere di Appello per Lecco.

Le prime conversazioni tra i due riportate nelle carte risalirebbero all’aprile 2011 nelle quali Palermo, come riportato dal gip di Milano, interpellerebbe Invernizzi “per contattare” il responsabile dell’ufficio Territorio e Ambiente del comune di Garbagnate Monastero “al fine di sapere se c’è stata una richiesta per l’apertura di una sala giochi sulla superstrada ed eventualmente chi l’ha fatta”. Secondo quanto riportato in ordinanza e reso noto da QLL, Invernizzi si sarebbe speso, ma il “contatto” di Garbagnate non sarebbe stato raggiungibile.

“Perché un consigliere comunale di Lecco (Palermo), che di mestiere in teoria fa l’insegnante, si preoccupa di raccogliere informazioni così dettagliate riguardanti peraltro un Comune che non è quello dove siede in qualità di amministratore? – si chiedono quelli di Qui Lecco Libera – Una domanda che il consigliere Invernizzi avrebbe dovuto porre a Palermo, visto anche il dichiarato impegno della lista civica Appello per Lecco nella contrasto al diffondersi di ludopatia e gioco d’azzardo”.

E’ però sulla questione del Lido di Valmadrera che Invernizzi viene coinvolto maggiormente dal consigliere Palermo: su richiesta di quest’ultimo, il consigliere di Appello per Lecco e ingegnere, avrebbe redatto il progetto per la società “Lido di Paré srl”, in gara per l’assegnazione del “pratone” e risultata poi nelle indagini come legata al fratello del capo clan, Mario Trovato.

Inoltre, c’è la questione dell’uscita di scena di uno degli arrestati e socio della Lido di Paré, Saverio Lilliu, che a causa dei suoi precedenti penali avrebbe potuto far perdere l’assegnazione dell’area; al suo posto sarebbe quindi entrata in società la convivente, “pulita” sotto il profilo penale. Un passaggio di cui, secondo il Gip e come riportato da QLL, Invernizzi avrebbe avuto “consapevolezza”.

“Un punto da chiarire immediatamente – tuonano da Qui Lecco Libera, che riportano altri stralci riguardanti l’interessamento di Palermo per il cambio di destinazione dei terreni riguardanti il PGT di Lecco emerso in uno scambio di battute con Invernizzi – Il giorno degli arresti, Appello per Lecco si era detta ‘in attesa di ricevere al più presto dal Sindaco informazioni dettagliate, al vaglio degli inquirenti, inerenti eventuali condizionamenti che il Palermo avrebbe potuto esercitare all’interno del Consiglio Comunale di Lecco’. Siamo con Appello, certi che vorrà adottare lo stesso rigore anche per chiarire il comportamento (penalmente irrilevante) del proprio associato-rappresentante”.

Corrado ValsecchiLA REPLICA DI APPELLO PER LECCO

“La politica è la nobilissima pratica di caricarsi sulle spalle la responsabilità della propria comunità , spesso sopportandone il peso da soli, salvaguardandola dai pericoli, cercando di traghettarla in porti sicuri durante le tempeste e facendola crescere sana, robusta e con la schiena sempre dritta. Questo é quello che ha cercato di fare Appello per Lecco in questi pochi anni di vita. Questo è quello che continuerà a fare fino quando questo movimento civico esisterà”.

Non si è fatta attendere la replica di Appello per Lecco all’articolo pubblicato ieri da Qui Lecco Libera sul proprio portale on line.

“Il direttivo di Appello per Lecco si è riunito riaffermando questi valori e non saranno certo dei novelli Catone ( il Censore ) di Qui Lecco Libera in cerca di visibilità sparando su tutto e su tutti con imbarazzanti ricostruzioni, crediamo, anche per la stessa Magistratura che potranno fermare la nostra vocazione. Ricostruzioni infarciti di ” il soggetto non é indagato ” oppure ” la sua posizione è penalmente irrilevante ” ( affermazioni per altro provenienti dalla ben più autorevole fonte della Magistratura ), ma che tendono far capire nei titoli e nelle considerazioni ai lettori altre cose, insinuare il dubbio dell’illecito o peggio del malaffare”.

Rinaldo Zanini e Corrado Valsecchi, presidente e portavoce dell’associazione, fanno sapere che “non sfuggono le responsabilità politiche per quello che sta succedendo, ma siamo ancora in grado, senza Censori, di distinguere tra leggerezze relazionali ( magari imperdonabili ) e reati, tra comunicazioni istituzionalmente dovute e infrazioni amministrative, tra diritto e omissione”.

“Non abbiamo bisogno in questo momento di lezioncine antimafia, ma di lasciar lavorare con tranquillità gli esperti e la Magistratura – concludono – Appello per Lecco ripone, su questa vicenda, piena fiducia nella Magistratura milanese e riteniamo doveroso aspettare responsi ben più articolati e autorevoli che metterci a giocare al ” piccolo Magistrato in erba ” .

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