Confindustria: “Segni di ripresa ma la strada è ancora lunga”

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Lavoro

LECCO – Piccoli segnali di miglioramento rispetto ai mesi precedenti emergono nell’indagine dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como relativo al mese di marzo 2014.

Gli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato sono principalmente caratterizzati dalla stabilità ma le indicazioni di crescita superano quelle improntate alla diminuzione.

Sul fronte della domanda, qualcosa sta iniziando a muoversi anche sul mercato interno rivela una maggiore intensità degli scambi rispetto a quanto registrato nelle precedenti edizioni dell’indagine. L’export si mantiene invece più dinamico.  In leggero aumento, di circa 5 punti percentuali rispetto al dato di fine 2013, il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva impiegata che si attesta al 76,8%.

Per un’impresa del campione su tre (33,7%) le previsioni per le prossime settimane esprimono fiducia nella prosecuzione della fase di miglioramento; più contenute, invece, le ipotesi di ribasso (9,6%).

Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, il limitato orizzonte di visibilità sugli ordini e i rapporti con gli Istituti di credito continuano a rappresentare comunque elementi di criticità per le imprese delle due province.

I giudizi espressi sull’andamento occupazionale evidenziano infine una diffusa stabilità.

Giovanni Maggi Confindustria Lecco (06)“Nonostante la nostra indagine abbia fatto rilevare un incremento, peraltro lieve, di alcuni indicatori – commenta il Presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – lo scenario resta evidentemente ancora molto delicato, sul territorio così come nel Paese. L’utilizzo medio degli impianti produttivi, ad esempio, pur registrando un miglioramento resta ancora lontano dai livelli pre-crisi e evidenzia quanto lunga sia ancora la strada per il pieno recupero. Tuttavia, vogliamo considerare questi segnali come un incoraggiamento per guardare ai prossimi mesi; questo in particolare per quanto riguarda i dati dell’export, che è stato in questi anni uno dei principali fattori che hanno consentito al sistema produttivo di affrontare la crisi”.

“Se le aspettative per il breve periodo sono generalmente stabili o anche di segno positivo, la visibilità sugli ordini resta ancora ridotta e contribuisce a rendere complessa la gestione delle attività. Inoltre, dobbiamo sottolineare che fra gli elementi di criticità emerge ancora una volta il tema del credit crunch, che resta uno dei nodi da risolvere per poter guardare al futuro con maggiore serenità – sottolinea Giovanni Maggi.

GLI ORDINI

Sul versante della domanda, le aziende delle due province segnalano in marzo un leggero miglioramento rispetto a quanto realizzato nei primi due mesi dell’anno; si riscontra infatti un incremento sia nel caso degli ordini sul mercato domestico, sia nel caso dell’export.
Gli indicatori esaminati per le imprese di lecco confermano lo scenario delineato congiuntamente. Il giudizio di stabilità rappresenta quello prevalentemente indicato sia sul mercato domestico sia oltre confine mentre i giudizi di crescita (37% fronte interno e 31,5% per l’export) risultano più elevati rispetto a quelli indicanti la diminuzione (15% e 22% rispettivamente).

LA PRODUZIONE

I dati riguardanti l’attività produttiva delle imprese di Lecco e di Como seguono quanto esaminato per la domanda. Infatti, oltre un’impresa su due (51,6%) indica la stabilità dei livelli produttivi e il 36,6% del campione comunica un incremento dell’attività, contro una percentuale più contenuta (l’11,8%) di aziende che segnalano un rallentamento.

Il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva si attesta in marzo al 76,8%, dato di 5 punti percentuali superiore a quanto registrato nella precedente edizione dell’Osservatorio rapido (71,8% relativo allo scorso mese di novembre).

Per le imprese della provincia di lecco si riscontra lo stesso scenario. La crescita dell’attività produttiva interessa il 30,6% del campione mentre il rallentamento è riscontrato dal 9,7%. Per il rimanente 59,7% del campione i livelli produttivi sono rimasti stabili.
Il dato relativo all’utilizzo medio della capacità installata si attesta, in questo caso, al 77,7%.

IL FATTURATO

Al pari di quanto esaminato per domanda ed attività produttiva, i giudizi relativi alle vendite delle imprese dei due territori mostrano un lieve miglioramento rispetto ai mesi precedenti. Quasi la metà delle imprese (48%) comunica di aver registrato fatturati in aumento, mentre il 40% del campione indica vendite stabili. Nel rimanente 12% dei casi si registrano invece fatturati in diminuzione
Nel territorio lecchese il giudizio prevalente risulta quello improntato alla stabilità (49%) ma i dati confermano una maggioranza di indicazioni di aumento delle vendite (39%) rispetto a quelle di diminuzione (12%).

LE PREVISIONI

Le previsioni formulate dalle imprese di Lecco e di Como per il breve periodo confermano la fase di modesto recupero riscontrata per il mese di marzo. Il giudizio prevalente è quello indicante la stabilità espressa da oltre la metà del campione (56,6%); il giudizio di crescita si attesta al 33,7% contro una percentuale più ridotta, il 9,6%, che esprime invece un’aspettativa in diminuzione.
L’analisi dell’orizzonte temporale di visibilità per le imprese del campione rappresenta ancora un elemento di criticità. Per il 43% del campione gli ordini in portafoglio risultano sufficienti a coprire un periodo temporale di poche settimane (inferiore ad un mese), mentre per il 40% delle aziende la visibilità si estende al trimestre. Solo per il restante 17% delle imprese, invece, il portafoglio ordini supera i tre mesi.
I dati relativi al territorio lecchese confermano il quadro esaminato congiuntamente.

LE MATERIE PRIME

Nel mese di marzo le imprese di entrambe le province comunicano di aver registrato una generale stabilità del costo di approvvigionamento delle materie prime. Per il 79% del campione i listini di acquisto sono rimasti invariati; le modifiche, invece, hanno riguardato il restante 21% delle imprese e, più nel dettaglio, si registra una crescita del costo di approvvigionamento per il 14% e una diminuzione per il 7%.
Anche per le imprese di Lecco si è rilevata una diffusa stabilità su questo versante (85,5% del campione), con indicazioni di listini in aumento (6,5%) e in diminuzione (8%) che si bilanciano.

LA SOLVIBILITA’

Le imprese lecchesi e comasche – ma questi dati sono confermati anche per il solo territorio di Lecco – continuano a rilevare criticità legate a casi di insolvenza o di ritardi di pagamento da parte dei propri clienti. Tali situazioni interessano oltre un’impresa su due (54,3%), percentuale in diminuzione rispetto a quanto rilevato nelle precedenti edizioni dell’Indagine (in media oltre il 67% nel corso del 2013).
A marzo le imprese del campione con situazioni di insolvenza tra i propri clienti hanno comunicato di aver registrato una situazione complessivamente immutata (71% delle aziende), confermata anche dal bilanciamento delle indicazioni dei casi di peggioramento (15%) e miglioramento (14%) delle condizioni.

sportello-bancarioI RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO

Sul versante dei rapporti con gli Istituti di Credito con cui operano stabilmente, le imprese dei due territori indicano di continuare a registrare criticità, in particolare riguardo l’incremento degli spread e dei tassi applicati, come comunicato da un’azienda su cinque (18%), oltre che rispetto all’aumento delle spese e delle commissioni bancarie che ha interessato il 37% del campione.

Per le aziende di Lecco si delinea un quadro simile, nel quale risultano però più ridotte le percentuali del campione che comunicano di aver assistito in marzo ad un incremento degli spread e dei tassi, da un lato (12%), e ad un innalzamento delle spese e delle commissioni bancarie dall’altro (27%).
“Anche per quanto riguarda il nostro territorio le difficoltà sul fronte del credito sono diffuse e note – commenta il Presidente Giovanni Maggi. Come ho avuto modo di sottolineare più volte, siamo convinti che gli Istituti bancari debbano agire nella consapevolezza di essere partner fondamentali per il sistema produttivo e che è nell’interesse di tutti che ci sia un sostegno vero alle imprese da parte delle Banche, perché è ovvio che una ripresa del sistema economico andrebbe a vantaggio anche degli Istituti di credito”.

“Proprio questo è uno dei temi oggetto del Tavolo di confronto con gli Istituti bancari inaugurato da Confindustria Lecco per affrontare il tema delle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese – conclude Giovanni Maggi.

L’OCCUPAZIONE

Sul versante occupazionale le realtà di entrambe le province descrivono uno scenario globalmente stabile per il mese di marzo. Per oltre otto imprese su dieci (81%) il giudizio sull’andamento dei livelli occupazionali risulta stabile mentre le indicazioni di aumento (11%) e diminuzione (8%) tendono a bilanciarsi. Una situazione che, sulla base delle aspettative indicate, sembra destinata a protrarsi anche per il breve periodo.

“I dati relativi alle imprese di Lecco – afferma il Direttore di Confindustria Lecco, Giulio Sirtori – evidenziano una situazione del tutto simile. Il giudizio prevalente, quello riguardante la stabilità occupazionale, è espresso dall’80% delle realtà aderenti all’indagine, mentre le indicazioni di diminuzione ed incremento dei livelli risultano equiparabili. Sul fronte del ricorso agli ammortizzatori sociali, per le imprese di Lecco è stata registrata una diminuzione rispetto a quanto rilevato a marzo 2013; considerando infatti il numero di dipendenti coinvolti, rapportati a zero ore, si rileva una riduzione dell’utilizzo di circa il 65% sia nel caso della cassa straordinaria sia di quella ordinaria”.

“Il dato – continua Giulio Sirtori – non è di semplice interpretazione, ma possiamo dire che sconta, purtroppo, la cessazione di alcune attività e, d’altro canto, sembra rimandare a cenni di una prima parziale ripresa delle attività”.