Giusto un anno fa due uomini, uno in galera per spaccio e sospettato di omicidio, scappano dal carcere di Pescarenico. Si era detto nell’ora d’aria passando da una torretta a un muro di cinta e giù con un balzo di alcuni metri facilitati dalla bella statura di uno dei due, un egiziano.
Ma la Procura di Lecco, in questi mesi, avrebbe fatto un’altra ricostruzione dei fatti e del tutto diversa: gli evasi sarebbero passati dalla porta principale, altro che salti olimpionici!
Alla chetichella, quindi. E ora una coppia di agenti penitenziari sarebbero nei guai seri, uno indagato addirittura con l’accusa di concorso in evasione. Quest’ultimo sarebbe proprio quello di sorveglianza al famoso portone. Più leggera invece parrebbe la posizione del collega a cui competeva il controllo del tratto tra le celle e un uscio interno.
L’evasione, il 18 luglio del 2010, durò poco per l’egiziano Amr Aly El Fadly (a destra nella foto), trentenne – oltre le sbarre per rapina e lesioni personali aggravate – che fu ripreso un paio di giorni dopo in provincia di Brescia mentre cercava la sorella che lì posssiede una pizzeria. Subito al capitano dei carabinieri Flavio Pompiano che l’arrestò raccontò di una evasione facile, non programmata ma frutto dell’occasione propizia.
Nicodemo Romeo, 28 anni di Polistena (RC), a sinistra nella foto, più pericoloso era in galera per spaccio di stupefacenti e con un procedimento a carico per omicidio, fece sparire le tracce fino all’ottobre successivo, quando i carabinieri di Brescia, veri e propri mastini, lo avevano rintracciato a Castellanza (VA) a casa di un compaesano calabrese.