Cocaina: un patto tra italiani e albanesi per lo spaccio in Brianza

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    LECCO – Un’indagine partita da Lecco quella che ha permesso alla Guardia di Finanza di smascherare un grosso giro di spaccio di cocaina con 24 arresti, 18 in carcere e sei a domiciliari, che hanno toccato la provincia lecchese, quella di Monza, Milano, Modena e Torino. (VEDI ARTICOLO)

    Oltre 94 i chili di droga che le fiamme gialle lecchesi sono riuscite a sequestrare in questi mesi insieme a 320 mila euro in contanti, tre pistole modificate, otto autovetture, sei attività commerciali nel monzese e due immobili. Ben 150 finanzieri sono stati impiegati per effettuare gli arresti e le 33 perquisizioni, alcune delle quali compiute nella mattinata odierna.

    Il pm Pepé e il procuratore Luisa Zanetti
    Il pm Pepé e il procuratore Luisa Zanetti

     

    “Presumiamo che l’attività di spaccio si protrasse fin dal 2011” ha spiegato il procuratore aggiunto di Monza, Luisa Zanetti che ha coordinato le indagini.

    A dare il via all’attività degli investigatori è stato però un primo sequestro di 4 chili di polvere bianca avvenuto nel novembre dello scorso anno, che un indagato lecchese stava per acquistare nel milanese dal brasiliano Allan Dias Dos Santos, arrestato in flagranza di reato.

    Con intercettazioni telefoniche e ambientali oltre che con attività di pedinamento, i finanzieri hanno ricostruito l’organizzazione che reggeva il giro di smercio della cocaina tra Lecco e il Monzese, riuscendo ad individuare due flange: quella albanese, che per gli inquirenti avrebbe avuto a capo Vladimir Cara, individuo noto alle forze dell’ordine e residente a Meda, che avrebbe già intrattenuto in passato legami con il clan n’dranghetista dei Flachi, e quella italiana con presunto capofamiglia il pluripregiudicato Aldo Conti di Barlassina, per le Fiamme gialle legato ad alcune famiglie malavitose calabresi e siciliane.

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    Il loro rapporto di “affari” sarebbe stato sancito anche con il matrimonio tra il capo della flangia albanese con la nipote di Conti.

    “L’integrazione tra gruppi di spaccio albanesi e italiani non è inedita – ha sottolineato il pubblico ministero Alessandro Pepé – flange albanesi hanno dimostrato maggiore stabilità e grande capacità di interazione con gruppi già presenti sul territorio. Questa è una cosa che deve preoccuparci”.

    Il centro degli affari era nel monzese tra Seregno, Barlassina e Meda dove la flangia italiana avrebbe reinvestito i guadagni dello spaccio in locali e ristoranti che, secondo le indagini dei finanzieri, sarebbero riconducibili al presunto boss. “Fondamentali non sono solo gli arresti ma anche l’aver colpito questa organizzazione dal punto di vista economico, sequestrando immobili e attività commerciali” ha sottolineato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Lecco, Corrado Loero.

    il Comandante della Gdf, Corrado Loero
    il Comandante della Gdf, Corrado Loero

    Due gli arrestati nel lecchese, entrambi albanesi: Koni Tomorr di Bulciago e Koni Zamir di Cassago, quest’ultimo avrebbe tentato di liberarsi di due etti di cocaina gettandoli dalla finestra all’arrivo dei finanzieri. Nella sua casa sono stati trovati e sequestrati 20 mila euro in contanti.

     Mario Leone Piccini, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria
    Mario Leone Piccini, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria

    Un arresto è avvenuto anche a Como nei confronti di Alessandro Palmieri, ex assessore di Grotteria e per gli inquirenti il contatto tra Aldo Conti e le famiglie calabresi. Nella presunta flangia italiana è stato individuato dai finanzieri anche un gruppo di spaccio a Torino, con tre persone arrestate, che sarebbe stato legato invece alle famiglie malavitose siciliane del clan Malpassottu.

    La droga veniva acquistata in Spagna e in Olanda e trasportata in Italia attraverso veicoli modificati da meccanici compiacenti, che li dotavano di doppifondi apribili sono attraverso particolari procedure. In un caso, i finanzieri al valico del Fréjus hanno fermato un veicolo con nascosti ben 49 chili di droga saldati nei longheroni dell’auto.

    albanesi arresti leccoUna volta giunto a destinazione, il carico veniva distribuito nella rete di spaccio e per il trasporto dei singoli panetti di coca agli acquirenti venivano impiegate donne, tre di loro sono agli arresti domiciliari, che spesso si facevano schermo con i bambini e passeggini per non destare sospetti, come ha sottolineato Mario Leone Piccini, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Lecco.

    “Abbiamo colpito i grossisti dello spaccio – ha concluso il pm Pepé – i vertici di questa catena di distribuzione della droga”.

     

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