Ieri sera, ennesimo Consiglio comunale scoppiettante con il consigliere Giacomo Zamperini (Pdl) che stuzzica i due rappresentanti di Qui Lecco Libera seduti tra il pubblico, i quali non le hanno mandate a dire al consigliere pidiellino: “Pagliaccio, mettiti il naso rosso”, gli hanno risposto. A duello verbale in corso il presidente del Consiglio comunale, Alfredo Marelli, chiede l’intervento della Polizia Locale per allontanare i due, uno dei quale è Duccio Facchini portavoce dell’associazione, arrivando poi a sospendere il Consiglio per quasi un’ora. E a quel punto scoppia la bagarre.
Ma riavvolgiamo il nastro per ripercorrere quanto è accaduto.
Il presidente Marelli, prima di iniziare la seduta, invita il Consiglio ad osservare un minuto di silenzio per la scomparsa di padre Fausto Tentorio. Tutti in piedi, tranne i due membri di Qui Lecco Libera.
Appena il tempo di risedersi e dare il via agli interventi che Zamperini prende la parola e prima di concludere scocca la freccia: “Volevo far notare come i rappresentanti di un’associazione che lotta per la difesa dei diritti e del rispetto, non si siano degnati di alzarsi in piedi osservando il minuto di silenzio per la scomparsa di padre Tentorio. Se si fosse trattato di un Carlo Giuliani qualunque avrebbero preso delle scale per salire fino in cielo”.
Apriti cielo. Duccio e l’altro membro di Qui Lecco Libera non ci stanno e accennano a un: “Zamperini pagliaccio”, “Zamperini mettiti il naso rosso”.
Come una palla di neve che rotolando per il pendio acquista forza, dimensioni e consistenza, così accade al diverbio fra i tre. Zamperini da una parte aumenta il tono, ancor di più i due rappresentati di Qui Lecco Libera, ma a far esplodere la bomba è l’intervento di Marelli: “Chiedo alla Polizia Locale di allontanare le due persone sedute tra il pubblico dall’aula”.
Duccio e l’amico sobbalzano sulle sedie e sbottano: “Ma come, noi siamo stati zitti e buoni. Veniamo attaccati gratuitamente e senza motivo da un ‘pagliaccio’ e tocca a noi lasciare l’aula. Da qui non ci muoviamo!”.
Gli agenti, un po’ in imbarazzo, chiedono ai due di allontanarsi, i quali non ne vogliono sapere, replicando: “Siamo stati attaccati ingiustamente da uno che parla tanto di rispetto e poi si è buttato addosso alla Croce Rossa che stava trasportando Eluana Englaro per non farle lasciare Lecco. Ma stiamo scherzando”?
A questo punto Marelli decide di sospendere la seduta e ha così inizio una sorta di ‘opera di convincimento’ fatta dagli agenti nei confronti dei rappresentanti di Qui Lecco Libera.
La situazione è in stallo e dai banchi si leva la voce del vice ministro Roberto Castelli che rivolgendosi a Marelli dice: “Questa è resistenza a pubblico ufficiale, ne tenga conto”.
Facchini all’udire le parole del vice ministro sgrana gli occhi e gli urla contro: “Castelli cosa fai adesso anche il pubblico ministero? Eserciti l’azione penale? Dai, smettiamola”.
Intanto gli agenti si moltiplicano, da due diventano cinque. Si assiste al ‘rito del riconoscimento’ con la richiesta ai due componenti di Qui Lecco Libera delle carte d’ identità, ma non c’è verso di muovere dall’aula i due ragazzi: “Se volete – spiega Facchini agli agenti – chiamate pure i carabinieri ma di qui non ci spostiamo”.
Passano i minuti, quindi un agente riprende l’ ‘opera di convincimento’ e a un certo punto i due rappresentati del sodalizio di via Plava decidono di desistere e lasciano l’aula. Il Consiglio riprende.
Di seguito il video