“Perdono, perdono, perdono!”… se avesse avuto l’ugola d’oro, probabilmente lo avrebbe anche cantato, ma il vice ministro Roberto Castelli (Lega) che, a differenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (Pdl), cantante non è, ha preferito porgere le proprie scuse con il più classico degli interventi.
Così, lunedì sera all’inizio del Consiglio comunale, letterina alla mano Castelli cospargendosi il capo di cenere si è rivolto all’offeso, ovvero il consigliere Ernesto Palermo (Pd), porgendo le proprie scuse: “Per aver usato espressioni che non dovevo usare e delle quali ora non ricordo, avevo perso le staffe. Sono sempre stato convinto che la lotta politica può essere anche accesa ma sempre nel rispetto delle persone”.
Questo l’ultimo atto del siparietto che si era consumato al termine del Consiglio comunale di settembre quando il vice ministro si rivolse a Palermo insultandolo a tal punto che il consigliere del PD disse di essere pronto a querelarlo: “Se dovrò spendere dei soldi li spenderò molto volentieri”, commentò a bocce ferme.
La scintilla che fece esplodere la bomba fu la discussione animata tra Lega e Pdl sulla richiesta di modifica del patto di stabilità presentata dai consiglieri Alfredo Marelli, Stefano Citterio (PD) e Giorgio Siani (Lega), con Antonio Pasquini (Pdl) e lo stesso Castelli a darsi battaglia. Al termine del loro confronto Palermo intervenne commentando: “Questi sono i politici che ci rappresentano a livello nazionale”. Da qui la reazione di Castelli con gli insulti lanciati a Palermo.
Di questa vicenda quel che non tutti sanno è il ruolo di pacere che ha dovuto svolgere il sindaco Virginio Brivio al quale c’è chi addirittura vorrebbe conferigli il Nobel per la pace.
Infatti, mentre Palermo non voleva sentir ragione di chiudere la faccenda a tarallucci e vino mostrandosi sempre più deciso a querelare Castelli, Brivio è intervenuto per cercare arginare il tutto. Così, stando alle indiscrezioni (non poi così indiscrete) il sindaco pare abbia convocato almeno un paio di volte al suo cospetto i due consiglieri per cercare di trovare una mediazione.
A quanto pare il lavoro per il sindaco non è stato poi così semplice, tuttavia stando ai risultati, gli sforzi compiuti hanno portato buoni frutti. Palermo avrebbe messo una pietra sopra alla vicenda, se, e solo se, fossero giunte delle scuse pubbliche da parte del vice ministro. Così è stato. Giù il sipario.