Areu, inchiesta turni. Il PM archivia il caso. Villa, Falbo e Lavelli innocenti

Tempo di lettura: 2 minuti
Alberto Zoli
Alberto Zoli

LECCO – “E’ con molto piacere che accolgo la notizia dell’archiviazione, con la motivazione che ‘il fatto non sussiste’, della vicenda giudiziaria che ha coinvolto Guido Villa, Giorgio Falbo e Barbara Lavelli (rispettivamente: responsabile del 118 di Lecco e medico della centrale operativa di Lecco ai tempi dei fatti contestati; e attuale responsabile della centrale operativa 118, ndr). La mia fiducia in loro non era mai venuta meno, ma questa archiviazione permette davvero di scrivere la parola fine di una vicenda molto difficile per tutti. Il mondo dell’Areu ha avuto un ulteriore conferma che l’operato dei suoi professionisti è corretto e trasparente. Certo nessuno ripagherà il dottor Villa, il dottor Falbo e la dottoressa Lavelli delle amarezze di questi quattro anni. A loro va, anche oggi, la mia vicinanza e la mia stima insieme a quella di tutta l’Areu”.

Con queste le parole il dottor Alberto Zoli direttore generale dell’Areu 118 della Lombardia commenta l’archiviazione da parte del Pubblico Ministero Paolo Del Grosso della vicenda giudiziaria che ha coinvolto i tre professionisti di Areu con l’accusa di aver favorito alcuni colleghi nell’assegnazione dei turni.

Il caso era esploso nell’ottobre del 2014 quando erano stati notificati dodici avvisi di garanzia per tre differenti indagini: una relativa ai turni del 118, la seconda in merito ad un concorso per l’assunzione di alcuni medici all’ospedale di Bellano e la terza indagine inerente gli orari di alcuni medici. Da qui l’operazione era stata denominata “Stachanov”.

Dopo due anni di indagini l’indagine relativa ai turni del 118 condotta dal PM Paolo del Grosso è stata archiviata perché “il fatto non sussiste”.

“Sono pienamente soddisfatta del risultato ottenuto – commenta l’avvocato Donatella Saporiti che ha assistito il dottor Villa – Due giorni fa abbiamo avuto copia del decreto con esito positivo. C’è stata l’archiviazione del caso dopo due anni di indagini e finalmente è emerso quello che sostenevamo, ovvero che i medici fossero estranei dall’ipotesi di reato avendo sempre tenuto una condotta corretta”.