VALMADRERA – “Nel corso del 2015, pur lavorando al massimo carico termico autorizzato, il termovalorizzatore di Silea ha trattato complessivamente 97 mila tonnellate/anno di rifiuti, entro quindi la capacità indicativa. E lo stesso è previsto anche per questo 2016”.
E’ quanto affermato da Mario Raimondi, che preside il comitato tecnico scientifico, chiamato ad esprimersi sullo stato di salute dell’inceneritore di Valmadrera e degli effetti sulla salute pubblica, intervenuto martedì sera nella serata al centro Fatebenefratelli con i vertici di Silea e i rappresentanti del Consiglio comunale di Valmadrera.
Scopo dell’incontro, la presentazione dell’attività della Società che gestisce la raccolta e il trattamento dei rifiuti in provincia di Lecco e che, nel territorio del comune di Valmadrera, ha la sede del proprio termovalorizzatore.
“Le emissioni sono state sempre ampiamente al di sotto dei limiti – ha proseguito Raimondi – L’attuale impianto Denox ha sempre garantito concentrazioni degli ossidi di azoto intorno al 50% dei limiti di legge, le concentrazioni delle diossine sono 50 volte sotto i limiti di legge, mentre gli idrocarburi policiclici almeno 100 volte al di sotto. Tra le polveri sottili, il PM 2,5 rilevato sul territorio risulta nettamente sotto controllo”.
Al fine di fare ulteriore chiarezza a beneficio della sicurezza e della tranquillità dei cittadini, il Comitato ha sottolineato come si stia concordando con Silea di avviare una serie di misurazioni mediante “polverimetri” di nuova progettazione CNR per verificare la quantità di polveri sottili (Pm 2,5) e la loro provenienza, rilevata in altri siti oltre che le centraline ARPA.
Se le emissioni gassose in uscita dell’impianto sono tutte al di sotto dei limiti di legge e quindi conformi, ugualmente si può dire per i reflui idrici. Tra i rifiuti solidi, le ceneri (che sono il 14% del totale dei rifiuti) vengono trattate da società specializzate, che ne recuperano la parte metallica (5%), mentre la parte inerte (83%) viene utilizzata nell’industria e nell’edilizia. Il residuo non recuperabile viene smaltito in discarica previa ulteriore stabilizzazione, evitando quindi che si formino liquami che possano penetrare nel suolo.
La relazione evidenzia, quale problema aperto, quello del cosiddetto “inquinamento termico”: “L’energia chimica dei rifiuti non riciclabili passa a calore; di questo il 21% è convertito in energia elettrica, mentre il 79% è disperso nell’ambiente e sprecato”.
Parlando delle nuove prospettive, la relazione evidenzia che ci si aspetta un miglioramento delle percentuali di recupero legate alla raccolta separata della carta, di prossima attuazione per accordo ANCI-CONAI. Infine, oltre a procedere secondo quanto previsto lo studio epidemiologico, il Comitato Tecnico Scientifico ha dato atto a Silea di aver approfondito soluzioni alternative al termovalorizzatore, come testimoniato anche dalla recente visita all’impianto di Sesa Spa ad Este, basato sul processo di trattamento a freddo dei rifiuti.