MANDELLO – Tra favorevoli e contrari, tra chi vedrebbe di buon occhio la fusione tra i comuni e chi invece si mostra piuttosto scettico, o quantomeno dubbioso sulla reale efficacia di “unire le forze” per contare di più.
L’inchiesta lanciata dal nostro quotidiano online tra i sindaci di tutti i comuni della provincia di Lecco sta suscitando consensi e apprezzamenti. E animando il dibattito non soltanto negli ambienti politici e amministrativi ma altresì tra i cittadini.
Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, era stato esplicito sull’argomento. “La fusione è un’eventualità che non vediamo di cattivo occhio – aveva affermato – Certo, non deve essere una soluzione di comodo per le Amministrazioni ma un evidente e effettivo vantaggio per tutti i cittadini. Unirsi potrebbe permettere di liberare maggiori risorse dal patto di stabilità e liberarci da alcuni vincoli ‘assunzionali’, oltre a unire professionalità che oggi sono poco efficienti in quanto occupate in funzioni identiche e duplicate nei diversi comuni”.
“A fronte di una fusione – aggiungeva Fasoli – la problematica più importante, vista la conformazione del nostro territorio, è quella di riuscire a mantenere la vicinanza al cittadino ai servizi erogati. Il rischio è di disperdere risorse anziché ottimizzarle”.
Attraverso Facebook e rilanciando il tema sulle pagine di “Sei di Mandello se…”, lo stesso primo cittadino aveva sollecitato l’opinione pubblica a intervenire, invitando espressamente i cittadini a esprimere il loro parere in merito.
L’appello di Fasoli non è caduto nel vuoto e subito sui social è stato un “fiorire” di giudizi e commenti, con voci come detto in qualche caso favorevoli alla fusione in altri decisamente più scettici, per non dire del tutto contrari.
“Sono favorevolissimo, se fatto bene – è ad esempio un commento – e spiegando alla cittadinanza le cose, facendo capire che i servizi migliorano e non diminuiscono. Il tutto senza dimenticare i vari campanilismi… Giusto infatti collaborare, ma ricordando chi siamo”.
“L’unione di Abbadia e Mandello è più che naturale e segue l’evoluzione dei tempi – scrive un altro cittadino – Se oltre a Varenna partecipasse anche Lierna, il territorio sarebbe ancora più omogeneo e la gestione dei servizi ancora più razionale”.
“Essere contrari all’unione è andare contro la logica. Sono vecchi campanilismi fuori dal tempo , ma hanno il tempo contato. Allora avanti tutta!”, sollecita un altro mandellese. E ancora: “Qualche anno fa ho letto un articolo su Limes. Proponeva di abolire totalmente i comuni ma di moltiplicare le province. Ora siamo 110, lui diceva di averne circa 2.000. Era un discorso sensato, più o meno condivisibile ma sensato. Faceva l’esempio della Toscana. Contrariamente alla Lombardia, dove abbiamo nel giro di 10 chilometri molti comuni, lì erano stati aggregati fin dai tempi del granducato. Risultati ottimali, è normale da loro fare 20 o 30 chilometri nello stesso comune, seppur toccando paesi diversi”.
Poi altri pareri: “Abbadia-Mandello-Lierna, questione di contiguità. Cedere il Moregallo a Valmadrera per la stessa ragione”. “Io sono assolutamente favorevole a comuni almeno di 15-20.000 abitanti. Sinergie senza pregiudicare la vicinanza tra Amministrazione e cittadini”. “Dal vocabolario… sinergia “lavorare insieme”, può essere definita come la reazione di uno o più agenti che lavorano insieme per produrre un risultato non ottenibile singolarmente. Il concetto è applicato in tutte le discipline. Con il lavoro di squadra si ottengono risultati superiori a quelli derivati dalla somma del lavoro dei suoi singoli componenti”.
E ancora: “Mandello è nato dall’unione di 4 diversi comuni. L’Unione non ha cancellato i campanilismi, ma credo abbia dato buoni frutti”. “Sono molto favorevole, in fondo siamo una comunità di poche migliaia di persone!”. “Territorialmente, storicamente e economicamente abbiamo parecchie affinità con Abbadia , quindi quella è l’unica zona che ci vedrebbe in reale comunicazione e forse non diverrebbe una frazione da “sfruttare” e basta sullo stile della fusione Cervia-Milano Marittima, catastrofica per gli ultimi. Per Lierna o altri non c’è quella contiguità da poterne trarre vantaggio reciproco”. “Magari è la volta buona che la bella Abbadia Lariana ritorni a vivere… e non solo d’estate e non soltanto per il campeggio”.
Quindi altri pareri favorevoli: “Favorevole, perlomeno cominciando con Abbadia. Non capisco i discorsi sulla perdita di sovranità, soprattutto considerando che il nostro comune sarebbe il più grande tra i partecipanti”. “Come ex abitante a Lierna mi piacerebbe la fusione con Abbadia e Mandello, dove ora sono residente”. “Si potrebbe usufruire dei vantaggi che la legge prevede. Ora le fognature di Abbadia e Lierna sono già collegate al depuratore di Mandello; scuola media, caserma carabinieri, centro sanitario-guardia medica e Soccorso degli alpini sono già servizi accentrati. Poi si potrebbero gestire meglio: razionalizzazione dell’acquedotto, servizi per lo sport, per il turismo, viabilità tra le frazioni, urbanistica e lavori pubblici e realizzare tutte quelle economie di scala che una maggiore dimensione permetterebbe. E chissà quante altre cose ancora…”. “Potrebbe essere razionalizzata anche la gestione del personale del Comune. Adesso più persone in comuni diversi fanno lo stesso lavoro di aggiornamento e indirizzo. Una persona qualificata potrebbe impartire disposizioni omogenee per più comuni”.
E altri giudizi: “Sono favorevole alla fusione, ma limitatamente a Mandello & Abbadia e soltanto se collegati tra loro da un percorso ciclo-pedonale sul lungolago, altrimenti rimarrebbero due entità distinte, separate come oggi da una strada provinciale”. “Secondo me si può benissimo collaborare . Mi risulta che qualcosa si stia già facendo, in un rapporto intercomunale, senza comunque doversi fondere. Una fusione completa non mi convince, perché il territorio è troppo vasto e con esigenze specifiche a volte contrastanti”.
Non mancano giudizi piuttosto articolati, come ad esempio questo: “Sarei favorevole all’idea. Si guadagnerebbe in gestione dell’apparato comunale in sé (come hanno detto molti, oggi molte persone svolgono mansioni identiche nei vari comuni) e quindi a parità di personale assunto si potrebbero gestire meglio realtà più sacrificate. In più si unirebbero situazioni molto differenti: quella industriale di Mandello e Abbadia, quella di villeggiatura di Lierna, Perledo e Esino e infine il forte turismo di Varenna. Sarebbe un Comune dalle potenzialità enormi in ogni settore. Sarebbe fondamentale sviluppare un servizio viabilistico interno, da cui dipenderebbero la riuscita o il fallimento dell’intero progetto. Inoltre, vista la vastità e eterogeneità della nuova mappa comunale, si potrebbe proporre una lista infinita di attività di ogni genere per qualsiasi classe di persone. Bambini, giovani, famiglie, anziani e disabili penso potrebbero solo giovarne. Infine, per quanto assurdo possa sembrare, reputo vi sia anche la possibilità di recuperare lìidentità territoriale delle varie frazioni tramite attività aggregative e ricreative, come fece il Palio delle frazioni. Per tutti questi motivi reputo sia una grande occasione da sfruttare”.
E infine: “Sono d’accordo per le fusioni poiché ci sono vantaggi (ormai sono tanti i paesi che hanno creato la fusione, ad esempio Tremezzina). Attenzione però ai tecnici che si scelgono, oppure ai Cda che sono a capo della fusione, perché non sempre sanno gestire”.
Non mancano, come detto, neppure le voci decisamente più scettiche a ogni ipotesi di fusione, quando non addirittura contrarie a una simile proposta. Eccone una:
“Andrò controcorrente, ma sono contrario. I vantaggi economici derivanti dalla fusione (contributi regionali e statali) con la logica degli ultimi anni legata al dogma della spending review rischierebbe nel giro di qualche lustro di farci ricadere nella medesima situazione di precarietà economica. Quindi gli sbandierati vantaggi si annichilirebbero nel giro di qualche anno. Contrario per l’allontanamento che il cittadino avrebbe nel controllo della cosa pubblica e per la vastità geografica dei comuni interessati (stiamo pur parlando di una linea di 19 chilometri di lungolago…). Contrario per un’evidente impoverimento identitario e smarrimento culturale. Contrario perché altre esperienze hanno evidenziato ambiti operativi e funzioni nei quali si è riscontrata una maggiore criticità. E infine, permettetemelo, contrario perché sono scappato da una grande metropoli per vivere in una realtà più a dimensione umana. In ogni caso spero che nel caso si decidesse di procedere in tal senso ci si rivolga alla cittadinanza con una consultazione referendaria”.
Poi queste altre: “Come si può immaginare sarà difficile uniformare tutte le istituzioni e i servizi ed essere efficienti in tutto il vastissimo territorio che andremmo a coprire. La nostra conformazione geografica non è delle migliori. L’idea è allettante ma ci sono molte problematiche da tenere in considerazione. Se sarà questo il futuro ben venga, però sono un po’ scettico. In Italia i disservizi sono diventati una quotidianità e prima di uniformare i comuni unendo 4-5 paesi si dovrebbe essere veramente efficienti in tutto. Poi quello sarebbe il passo successivo”.
“Non sia mai: non c’è ragione di perdere libertà e sovranità per tenere in cassa 4 soldi in più, che poi vengono tolti di nuovo dallo Stato centrale ripristinando il Patto di stabilità (patto di imbecillità). Ognuno dei nostri comuni versa ogni anno a Roma una quota parte dei 56 miliardi di euro che la Lombardia regala all’Italia e che non tornano più indietro. Perdere il comune significa perdere servizi, le poste, le scuole e dover rinunciare alla propria storia, cultura e identità per avere in cambio meno di un piatto di lenticchie. Pensare alla fusione significa volersi fare del male da soli. L’hanno già sperimentata anche in provincia di Lecco nei comuni di Verderio e della Valletta Brianza: una serie infinita e totale di disservizi. Si facciano i referendum: sono curioso di vedere se quei sondaggi sono veritieri, soprattutto in quelle frazioni di Mandello che da tempo immemore vorrebbero tornare a essere comuni”.
“La storia è molto più articolata di quello che probabilmente si riesce a spiegare in questa sede, ma il vantaggio economico è irrisorio, si rinuncia solo alla politica di zona, ovvero lo stipendio di qualche sindaco e relativi assessori. In cambio, i comuni più piccoli e “poveri” si vedrebbero sottratti della loro sovranità politica, ovvero popolare, e diverrebbero delle frazioni in desertificazione. Il vantaggio lo si avrebbe solo nel breve termine perché l’Europa (lo Stato ma su pemesso Eu) ci darebbe la possibilità di non sottostare ai loro patti di stabilità (i famosi patti di stupidità). Quindi un ricatto bello e buono in pieno stile del loro operato. Pertanto la domanda è opposta: si è disposti a sacrificare il proprio futuro e a rinnegare il proprio passato per fare cassa nel breve periodo?”.
“Contrario, per un semplice motivo: il sindaco del Comune allargato sarebbe scelto su che basi? Farebbe l’interesse di tutti o più probabilmente, anche comprensibilmente, della “porzione” di provenienza? Credere che un cittadino di Varenna eletto sindaco possa privilegiare la parte ex mandellese o abbadiense mi convince poco”. “Ovviamente il no è secco, senza se e senza ma. Andiamo avanti a dissolvere la nostra storia e il nostro territorio che andiamo bene…”.
E ancora: “A parte che solo il tempo lo dirà, ma qui non si parla di frazioni. Stiamo parlando di territori ben più ampi, con esigenze diverse tra loro. Tessuti economici distinti, perché se Mandello ha un’economia fondata sull’industria, Varenna parla la lingua del turismo, Abbadia una via di mezzo. A me i minestroni non piacciono, ritengo che un abitante conosca meglio le esigenze del proprio comune”. “Io spero soltanto che Mandello rimanga il Mandello the original senza nessun accorpamento, con le decisioni di un sindaco che sta cambiando il paese in meglio notevolmente”.
“Sono una cittadina come tante, non ho una grande cultura politica, ho letto un po’ tutti i post per farmi un’idea. Alcuni discorsi tecnici non mi sono ancora molto chiari (tipo il risparmio)… Capisco quello che vivo perciò penso che “cavallo che vince non si cambia”. Mi sembra che a Mandello ci sia un’energica Amministrazione, funzionano tutti i servizi e, da non trascurare, noto un altissimo rapporto umano all’interno di essi. Si riuscirebbe a mantenere? Sono favorevole all’Unione dei comuni, ma di quelli più piccoli!”.
Infine un altro giudizio piuttosto articolato: “La fusione dei Comuni è come la moda dell’abolizione delle Province per cui molti hanno festeggiato. Risultato? Eliminazione della democrazia, ovvero della nostra sovranità sul territorio, risparmio esiguo se c’è, disfunzioni a raffica con strade di grande traffico passate ai comuni che se ne devono occupare, non si sa con quali fondi, manutenzioni stradali di gallerie ponti semiinesistenti (con effetti evidenti), visione di promozione del territorio inesistente, rimpalli di responsabilità. Ma dobbiamo continuare a farci del male?
I vantaggi per fusioni dei comuni ci sarebberosolo in caso di contiguità territoriale (e ci potrebbe forse stare con Abbadia), altrimenti significa la desertificazione dei comuni assoggettati, che chiaramente conterebbero meno del comune centrale. Vantaggi? La possibilità di sforare il patto di stabilità per qualche anno. In pratica svendiamo il nostro voto e il nostro territorio per i tristemente famosi “80 euro”. Siamo sicuri che grande è bello?”.