LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“È stato un grande piacere tornare a Lecco proprio in questo fine settimana.
Quasi tutti gli anni, per queste feste, vengo con la mia famiglia a trovare mia mamma e mia sorella con la sua di famiglia, che vivono ancora qui a Lecco.
Ad Acquate
Lecco é sempre bellissima, raccolta e a misura di persona. Sono un misto di ricordi, sapori e incontri e, in questo periodo, anche di luci e atmosfera.
Grazie a mia mamma ho potuto avere il privilegio di godermi, beneficiare, del Concerto unico e emozionante del Coro Sistino nella Cattedrale di Lecco.
Per chi c’era un’emozione e una gratificazione impareggiabile e indimenticabile.
Lecco sabato sera era ancor più un paradiso di gioia.
Indescrivibile. Non solo perché unica.
Il lago, le luci all’uscita, il freddo che nemmeno da noi a Rennes lassù in Bretagne, ieri era così perfetto.
Sono stato doppiamente fortunato perché prima di questo immenso concerto, nel pomeriggio mentre i miei ragazzi erano sulla pista di pattinaggio che già sembravano veri lecchesi tanto avevano già fatto comunella con altri ragazzi, sono potuto tornare ragazzo e veder commuovere di emozione e ricordi belli mia mamma per l’esposizione fotografica al Museo dentro la Torre Visconti in centro. Lecco ieri e oggi.
Sono quelle Mostre che sono opere d’arte pur non contenendo opere d’arte.
Perché l’opera d’arte è la capacità di suscitare appunto queste emozioni delicate, semplici.
In Francia si dice, tradotto, ferrare il cavallo dell’identità locale.
Là è un imperativo sentito sia dagli abitanti che dagli amministratori. Mi pare anche qui.
Abbiamo visto foto di bravi autori senza essere d’autore. Luoghi di Lecco vivi pur non essendo in posa, mia mamma che mi raccontava ad ogni pannello ‘ti ricordi qui?’ ‘ti ricordi quando sono venuta prenderti?’ ‘ti ricordi?’ e ho capito una cosa che per me è importante:
Le radici, le storie quotidiane, i ricordi, le emozioni che sono i veri segnalibri del nostro diventare grandi, del nostro crescere e, mi sia concesso questo momento di commozione, del nostro sentirsi lecchesi anche quando si è lontani, a migliaia di chilometri. 360 giorni o più all’anno. Come per me.
Noi siamo l’album di questi ricordi che avete tradotto in belle fotografie.
Ringrazio tutti, anche a nome di mia mamma e della mia famiglia, dal profondo del cuore i responsabili artistici del Fotoclub, quelli culturali del Comune e del Museo e tutti quelli che han voluto e realizzato la Mostra che ha permesso a me e alla mia famiglia di emozioni che resteranno nei cuori.
Ringrazio non da meno tutti gli artefici che hanno contribuito a offrire alla città e a me in parte ospite, un Concerto unico come lo è stato quello del Coro personale del Santo Padre.
Lecco é stata molto più di un regalo di Natale.
Buone feste a tutti i lettori”.
Stefano Mauri
(Lecchese di Francia, o francese di Lecco)