
LECCO – A marzo saluterà i suoi agenti e la città dove ha prestato servizio per quasi dieci anni, dal 2009, quando Franco Morizio è arrivato a Lecco con l’incarico di vicecomandante prima, e poi come comandante del Corpo di Polizia Locale.
Giunto alla pensione, lascerà il suo incarico per fare spazio ad un successore che dovrà essere scelto nelle prossime settimane dal municipio. Una carriera nella polizia cittadina iniziata nella bergamasca, nel 1982, a Ponte San Pietro. Dal 1993 al 1996 è stato anche pubblico ministero delegato (art 72) a Bergamo e Treviglio. Nel 2003 è nominato vicecomandante a Bergamo per poi lavorare presso l’ufficio del procuratore aggiunto del tribunale del capoluogo come ufficiale di polizia giudiziaria. Degno di nota anche l’incarico come responsabile della Polizia Locale presso l’aeroporto di Orio al Serio.
Sabato 20 gennaio alla Villa Reale di Monza, il comandante riceverà dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e dall’assessore regionale alla sicurezza, protezione civile e immigrazione Simona Bordonali una targa per meriti speciali.
Ricorda il suo primo giorno in Polizia Locale?
“Certamente, l’ho affrontato come affronterò l’ultimo, con orgoglio e attenzione. Eravamo 11 agenti a Ponte San Pietro e a guidarci c’era un comandante in gamba, da cui ho imparato molto. Fin dall’inizio non sono mai stato per le chiacchiere, ma il raggiungimento degli obiettivi”.
E’ un lavoro che ha scelto o è capitato per caso? Cosa le ha insegnato? Cos’è per lei la divisa?
“Niente di casuale, è stata una scelta. Dopo esperienze anche di un certo rilievo in ambito privato, ho partecipato ad alcuni concorsi pubblici, prima per in ambito amministrativo poi per la Polizia Locale. La divisa è importante ma non deve mai essere un modo per ergersi al di sopra delle persone. Credo che un bravo agente debba sempre avere rispetto del cittadino, con o senza la divisa. Il saluto, prima di tutto, anche quando si sta facendo una contravvenzione, ed essere a disposizione del cittadino per ogni spiegazione. Fare bene e onorare il proprio lavoro significa avere, non solo rispetto per la divisa, ma anche ottenere il rispetto della gente”.

Com’è cambiato nel corso degli anni il lavoro di quello che in passato era chiamato “Vigile Urbano” ed oggi agente di Polizia Locale?
“Si è ampliato e si è anche specializzato sul pronto intervento: a Lecco abbiamo organizzato la Centrale in maniera diversa, quotidianamente è predisposto un mattinale con tutte le attività previste ma sono le priorità, come gli interventi sugli incidenti stradali e le richieste urgenti dei cittadini, a dettare la giornata. Oltre all’operatività sulle strade, ci sono i lavori di ufficio, le attività di polizia giudiziaria e la videosorveglianza da monitorare, con le richieste di accesso alle immagini da espletare. Recentemente si è aggiunta anche la problematica terrorismo e le procedure da seguire per gli eventi pubblici. Personalmente ho sempre ho puntato molto alla formazione dei miei agenti attraverso corsi specifici, oggi sanno affrontare in autonomia anche situazioni difficili, come rilevare un incidente mortale dove occorre tanta preparazione. Quello che serviva a Lecco era un salto di qualità: sono stato additato per aver fatto acquistare delle Alfa Romeo come auto di servizio, quando qui la Polizia Locale girava ancora con tre mini veicoli elettrici. E’ stata rinnovata la dotazione strumentale, le videocamere, le stesse divise degli agenti, presto arriveranno altre tre autopattuglie, Punto Multijet adeguatamente accessoriate, insieme ad altri quattro agenti di Polizia Locale che entreranno in organico, mentre si sta provvedendo ai rinnovi contrattuali. Chi verrà dopo di me troverà una situazione decorosa”.

Una delle più importanti eredità che lascia è il sistema di videosorveglianza lettura targhe, utilizzato per intercettare veicoli rubati o segnalati come sospetti. Sta mostrando la sua efficacia?
“Siamo stati i primi in Italia ad avere un sistema di questo tipo, collegato al database del Ministero dell’Interno. Un risultato che è stato possibile grazie alla collaborazione tra tutti gli enti che fanno parte del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, ad iniziare dalla Prefettura. Un sistema che ha portato risultati importanti sia a livello locale che nazionale ed è proprio di questi giorni la lettera che ho ricevuto dagli uffici del prefetto e del questore che mi confermano gli obiettivi raggiunti nelle indagini contro i furti in abitazione, il traffico di sostanze stupefacenti ed altre attività delittuose”.
Tra i problemi di cui si è tanto parlato in città c’è la questione dei venditori nei parcheggi del centro. Il contrasto all’abusivismo commerciale è stata una delle vostre battaglie, una sfida non facile, il presidio dei vigilantes è la soluzione giusta?
“Ha sicuramente contribuito a mettere un freno al fenomeno, ma tanto hanno fatto i sequestri attuati in questi anni con le altre forze di polizia: siamo passati dai grossi sacchi contenenti svariata merce a dei sacchettini con dentro fazzoletti e piccoli prodotti che cercano di vendere. Uno strumento importante, soprattutto per evitare le molestie ai danni del cittadino, è stata l’ordinanza contro l’accattonaggio che mi auguro possa estendersi ad altre parti della città”.

Uno dei compiti della Polizia Locale sono i controlli sulle strade, quali sono le infrazioni più frequenti compiute dagli automobilisti? Il cellulare sappiamo che è uno dei principali motivi di distrazione, come si combatte questa tendenza?
“Le infrazioni sono le stesse per molti: il mancato uso delle cinture di sicurezza, l’elevata velocità, la distrazione e la perdita di controllo del veicolo… Ci sarebbe da fare molto di più, anche per contrastare l’uso del cellulare, con servizi mirati ma con il personale a disposizione non è stato semplice realizzarli, mi auguro che con i quattro agenti che a breve arriveranno si possano effettuare maggiori attività di controllo”.
Gli incidenti in città sono diminuiti o aumentati? Cosa è stato fatto o cosa è necessario fare per migliorare la sicurezza?
“Il dato è in calo e mi fa piacere: siamo passati dai 456 sinistri del 2016 ai 416 dello scorso anno. Da parte nostra abbiamo capito quanto sia importante elaborare i dati degli incidenti stradali per rilevare le dinamiche e le cause; dove si è riusciti sono state dati indicazioni all’Ufficio Viabilità per interventi migliorativi. Per esempio la rotatoria realizzata in corso Carlo Alberto, all’altezza del carcere, ha portato ad una diminuzione incidenti stradali su quell’incrocio e a migliorare la viabilità della zona”.
Lecco ha una viabilità fragile, basta un incidente, anche alle porte della capoluogo, per creare il caos sulle strade. C’è una soluzione?
“Quando accade l’imprevisto si possono mettere in campo tutti gli uomini che si vogliono ma si creerà comunque l’intoppo. Sappiamo che Lecco ha un contesto viabilistico difficile, si possono fare studi e ipotizzare scenari di rischio ma il flusso dei veicoli è molto forte e non semplice da fronteggiare. Quello che serve, e che c’è stato in questi anni, è il coordinamento da parte di un unico ente, mi riferisco alla Polizia Stradale, di tutte le forze in campo quando c’è un’emergenza viabilistica e fare in modo che vi sia un’unica regia a gestire la situazione”.

Ed ora, dopo anni di servizio, si prenderà un po’ di meritato riposo? Sappiamo della sua importante collaborazione con l’Accademia di scienze forensi del generale Luciano Garofano, con il quale è legato da una grande amicizia. Continuerà questa collaborazione?
“Nessun riposo, come ha detto lei, la mia attività prosegue al fianco dell’Accademia, col ruolo di responsabile della Polizia Locale e continuerò ad occuparmi della formazione degli agenti. Sicuramente avrò modo anche di passare più tempo con la mia famiglia, con mia moglie e i miei due figli. Porterò con me le amicizie e la vicinanza di tante persone conosciute qui a Lecco, ringrazio il sindaco Virginio Brivio e l’assessore Francesca Bonacina per gli ottimi rapporti instaurati in questi anni ed un ringraziamento va anche alla cittadinanza che ha sempre collaborato attivamente con il nostro personale, la dimostrazione sono i tanti casi risolti proprio grazie al contributo dei cittadini”.

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