Un’auto in dono ad Aict, alla consegna presenti Cristina Parodi e Gori

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LECCO – Una collaborazione che dura da anni e che ha permesso di aiutare centinaia di malati: è quella che contraddistingue Cancro Primo Aiuto e Aicit (Associazione intervento contro i tumori) di Lecco.

Lunedì mattina, presso la sede di Confindustria Lecco Sondrio, la Onlus brianzola ha donato all’associazione lecchese una nuova auto, grazie anche all’appoggio di Autotorino, che dovrà servire per il trasporto dei malati all’Ospedale Manzoni, in particolare per poter sostenere le varie sedute di radioterapia.

E’ la terza vettura che viene donata dopo quelle regalate nel 2013 e nel 2015. A consegnarla il presidente vicario di Cancro Primo Aiuto, Antonio Bartesaghi, il consigliere Lorenzo Riva, qui in veste anche di padrone di casa in quanto presidente di Confindustria Lecco Sondrio, e la madrina della Onlus brianzola, la conduttrice televisiva Cristina Parodi, nell’occasione accompagnata dal marito Giorgio Gori impegnato in queste settimane nella campagna elettorale per la presidenza di Regione Lombardia.

La consegna della chiavi della nuova auto di Aicit  alla presenza di Cristina Parodi, con Antonio Bartesaghi (Cancro Primo Aiuto) e Lorenzo Riva (Confindustria)

“Con Aicit abbiamo una partnership solida che dura da anni – ha detto Bartesaghi – Fanno un ottimo lavoro per il bene dei malati. A noi non interessa andare a implementare dei nuovi servizi là dove esistono già e ci sono associazioni che li svolgono nel migliore dei modi come fa Aicit. Riteniamo sia molto più intelligente e proficuo sostenere chi li porta avanti e aiutare a farlo sempre meglio, come in questo caso”.

“E’ bello che due associazioni collaborino insieme per dare un aiuto a chi ne ha bisogno – ha sottolineato il presidente di Confindustria, Lorenzo Riva – è un onore essere parte di questo progetto e dare il nostro contributo”.

Lorenzo Riva (Confindustria)

 

A ricevere l’auto erano presenti diversi volontari che si alternano come autisti e alcuni membri del Consiglio dell’associazione: Dario Ripamonti, Cesare Cauciae Anna Meda insieme agli autisti volontari che accompagnano i malati nelle strutture sanitarie.

“Innanzitutto vogliamo ringraziare Cancro primo Aiuto perché attraverso questo dono ci permette di continuare a svolgere questo servizio – ha esordito Ripamonti – Tra l’altro, proprio nei giorni scorsi, uno dei nostri tre mezzi ha avuto un incidente e con la nuova auto riusciremo a non interrompere le attività”.

Nel corso del 2017, grazie all’associazione, sono stati trasportati 110 malati per un totale di 1.817 viaggi. Una donazione che accade in un momento propizio, visto che una delle tre auto che erano in dotazione

“I nostri 16 volontari che si alternano alla guida – ha sottolineato Ripamonti – hanno percorso circa 150mila km raggiungendo anche i punti più estremi della provincia lecchese, da Premana a Merate, da Colico a Nibionno e hanno messo a disposizione 5.300 ore del loro tempo. Il tutto gratuitamente”.

Gli ‘autisti’ volontari insieme a Giorgio Gori e Lorenzo Riva

 

“Siamo soltanto uomini che aiutano altri uomini è il messaggio di questa associazione ma il lavoro di Cancro Primo Aiuto è molto di più, èun lavoro preziosissimo e strutturato, mosso da grande passione e generosità – ha detto Cristina Parodi – ho seguito con loro il progetto realizzato all’ospedale di Bergamo per una revisione di una macchina di terapia per il cancro al seno, quindi che aiutava le donne malate di tumore. E’ stato emozionante vedere questo traguardo realizzarsi. E’ bello che ci siano associazioni di questo tipo e ancora più bello vederle collaborare”.

Cristina Parodi

 

“La sanità lombarda ha tanti punti di forza, nelle cure ospedaliere ma anche dei punti di debolezza, nell’accompagnamento dei pazienti, nel sostegno psicologico – ha detto Gori – Credo che soltanto con risorse pubbliche dirette o col privato accreditato riusciremo a fare il 50% delle cose, tutto il resto è svolto gratuitamente con il sostegno economico dei cittadini e delle imprese, da chi come Cancro Primo Aiuto un’attività di sostegno promozione, si fanno carico di investimento in macchinari, si pagano ricercatori e personale ospedaliero, una straordinaria generosità che è fondativo della nostra identità lombarda”.

Giorgio Gori