LECCO – Già dal 2014 l’iter burocratico è in corso ed ora la proposta di costruire un impianto idroelettrico sul torrente Bione è giunta al vaglio del Consiglio Comunale. Se ne è parlato ieri sera, durante la commissione urbanistica alla quale è intervenuto, insieme all’assessore Gaia Bolognini, l’ing. Francesco Tagliaferri della Provincia di Lecco, ad illustrare il piano della società Rinnovalt srl di Milano interessata a realizzare la centrale sul torrente lecchese.
Il progetto prevede la costruzione dell’edificio della centrale di trasformazione sopra l’abitato di Germanedo, nel parco pubblico in località Costacurta, situato sulla sponda destra del Bione dal lato opposto dell’accesso al sentiero della Rovinata, che conduce all’omonimo santuario.
La derivazione avverrà in una conduttura forzata d’acciaio interrata di circa 1,7 km che preleverà l’acqua del torrente a circa 600 metri più a valle del ponticello situato lungo il sentiero che dal piazzale della funivia dei piani d’Erna conduce verso Campo de Boi.
Circa 80 litri al secondo è la media annuale di prelievo prevista, per una produzione annuale stimata di 1,8 milioni di kW ora che saranno immessi in rete.
“L’impianto utilizza l’acqua disponibile nel torrente e nel prevede il rilascio del flusso minimo vitale, con una percentuale variabile tra il 40 e i 50% in base alla disponibilità media, che sarà monitorata con strumenti automatici dall’Arpa. La derivazione raccoglie le eccedenze rispetto al deflusso minimo previsto per legge. Se la portata media è inferiore alla possibilità di prelievo, la centralina non sarà attivata” ha rassicurato il tecnico rispondendo ai dubbi del consigliere Cine Corti sul rischio che il torrente possa restare ‘a secco’ a causa della derivazione, soprattutto nei periodi di magra.
Per consentire agli operai di trasportare il materiale necessario alla costruzione dell’impianto, oltre all’utilizzo dell’elicottero, si andrà ad intervenire “sia con l’allargamento o la sistemazione del sentiero a partire da via ai Poggi, in corrispondenza dell’attraversamento del raccordo della SS36, sale verso il Ponte della Tenaglia”, in pratica un parte del tracciato che era stato previsto pensando alla realizzazione di una strada carrozzabile che portasse verso Campo de Boi.
Una proposta che era stata avanzata lo scorso anno da alcuni residenti e titolari di seconde case nella bella località montana, che però non aveva potuto avanzare visto il disaccordo di alcuni proprietari dei terreni interessati. In questo caso, però, si potrebbe procedere con espropri, procedura che la società realizzatrice dell’impianto provvederà a richiedere, con l’impegno del ripristino dei luoghi.
“Che vantaggio ne avrà la comunità?” ha chiesto il consigliere Alberto Anghileri: opere di compensazione e la creazione stessa della strada potrebbe esserlo.
“Abbiamo già effettuato alcuni sopralluoghi per valutare quali opere richiedere. una opzione potrebbe essere strada, che da strada di cantiere verrebbe trasformata in agrosilvo pastorale – ha spiegato l’assessore Bolognini – è vero che oggi non c’è ancora accordo tra i privati ed è fondamentale che ci sia. Crediamo sia importante affrontare il tema della strade agrosilvo pastorali, perché sono l’unico modo per effettuare la manutenzione dei boschi della nostra fascia pedemontana. Sarebbe interessante pensare di arrivare in Erna con una strada di questo tipo, normata e non aperta a tutti, utilizzabile per emergenze e in caso di incendi, consentendo ai soccorsi di intervenire. Sono ragionamenti che vanno fatti sul nostro territorio”.
Stefano Parolari, consigliere della Lega Nord, ha avanzato la richiesta di implementare le vasche di captazione che saranno realizzate con l’impianto, “un bacino di contenimento per le grandi piogge è un’opera pubblica di cui avremo bisogno”.