Detenzione di armi e ricettazione: arrestato barista albanese

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    I militari della Compagnia Carabinieri di Lecco da tempo stavano seguendo in maniera discreta i movimenti di un soggetto noto alle forze dell’ordine, il cittadino albansese E.G. 34enne residente ad Abbadia Lariana, gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, gestore di un bar a Lecco, sospettato di svolgere attività illecite (reati contro il patrimonio e di altra natura).

    Ieri sera, 19 gennaio oltre 10 militari dell’Arma appartenenti al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lecco e della Stazione Carabinieri di Mandello del Lario, alcuni in borghese ed altri in divisa  dislocati in posizione defilata, si sono appostati nei pressi dell’abitazione dove hanno fatto scattare il blitz, bloccando il cittadino albanese mentre stava per rientrare a casa. Di conseguenza è scattata una perquisizione personale, veicolare e nell’abitazione, che si è protratta per diverse ore: nel garage, i Carabinieri hanno trovato inizialmente due computer portatili di provenienza sospetta,  mentre successivamente ben occultata nelle pertinenze dell’abitazione, hanno recuperato anche una pistola semiautomatica perfettamente funzionante, completa di caricatore e 15 munizioni, detenuta illegalmente.

    L’uomo è stato ammanettato e accompagnato presso gli uffici del Comando Provinciale Carabinieri di Lecco, dove è stato accertato che la pistola era stata rubata nel corso di un furto in abitazione a Seregno , nel febbraio 2011, mentre i due computer erano stati rubati sempre a seguito di un furto in abitazione avvenuto a Desio il giorno di capodanno del 2012.

    Al termine degli accertamenti, sia la pistola semiautomatica che i computer sono stati posti sotto sequestro in attesa di essere restituiti ai legittimi proprietari mentre nel contempo è stato formalizzato l’arresto in flagranza di reato nei confronti  di E.G., con l’accusa di detenzione abusiva di armi da sparo e ricettazione continuata ed aggravata.

    Ultimate le formalità di rito, il malvivente è stato tradotto  presso la casa circondariale di Lecco, a disposizione dell’autorità giudiziaria.