LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Rocco Cardamone, ex consigliere provinciale ed esponente del PD.
“La disaffezione dei cittadini per la politica è un fenomeno in aumento, ormai stabilmente vicino al 50 per cento, con punte di astensionismo che hanno toccato il 65 per cento nelle elezioni regionali dell’Emilia Romagna del 2014.
Il dato è rappresentativo della sfiducia che i cittadini nutrono per la “politica” ed i “politici” in genere, con una estraneazione che può avere gravi ripercussioni sulla tenuta delle nostre strutture democratiche. Le quali, al di là della decadenza morale della classe dirigente, devono essere salvaguardate e rivitalizzate per essere restituite al lustro e al prestigio con i quali erano state forgiate dai nostri padri costituenti.
Ma per raggiungere questo obiettivo non bastano più gli appelli alla partecipazione, spesso ipocriti, dei Partiti e della classe politica. Una litania logora e poco credibile con la quale essi si dicono preoccupati per il calo dei votanti auspicando una partecipazione maggiore ai vari appuntamenti elettorali.
Un’apprensione poco credibile in quanto nascostamente consapevole del fatto che quand’anche il corpo elettorale si dimezzasse o si riducesse al 30/40 per cento, parlamentari e consiglieri sarebbero comunque eletti occupando le varie assemblee delle nostre rappresentanze nazionali e locali (Camera, Senato, Consigli regionali, Consigli Comunali, ecc). Portando agli estremi gli effetti nefasti di tale meccanismo si potrebbe giungere alla considerazione, cinica ma possibile, che per una classe politica sempre più utilitarista e distante dall’etica e da un adeguato livello morale, sarebbe più facile “controllare” un corpo elettorale ridotto ai minimi termini piuttosto che una grande platea elettorale, piegando il voto d’opinione, libero e di massa, verso un consenso condizionato e controllato da clientelismi e voti di scambio.
Allora cosa fare ? Semplicissimo: coinvolgiamo direttamente i candidati affinché il numero di quelli eletti sia proporzionato alla percentuale che di volta in volta andrà a votare.
Si promuova allora una proposta di legge che sostenga il principio per cui il numero degli eletti sia direttamente collegato al numero dei votanti.
Tale dispositivo legherebbe in modo più “interessato” i politici agli elettori: se i primi vogliono che i cittadini eleggano un alto numero di rappresentanti ai vari livelli istituzionali se ne facciano carico con l’esempio e la buona politica. Se avremo una forte partecipazione avremo anche una forte rappresentanza, al contrario, a fronte di una bassa partecipazione questa si abbatterà anche sul numero degli eletti e quindi in modo “punitivo” sulla classe politica.
Credo possa costituire uno stimolo, una iniezione rivitalizzante per contrastare un declino che dobbiamo arrestare affinché torni un piena interazione democratica tra cittadini e classe politica, che possa contenere l’antipolitica dei populisti confinandola a fenomeno marginale, fisiologico ed occasionale”.
Rocco Cardamone