In occasione del congresso Cittadino dell’ Unione di Centro di Lecco (UDC) che si è svolto ieri, lunedì 23 gennaio, Gianfranco Rota è stato eletto alla guida della segreteria cittadina. Rota era già candidato alle amministrative del 2010 come consigliere comunale di Lecco, Regionale di Regione Lombardia e nominato al precedente congresso provinciale come Responsabile per la famiglia e le politiche sociali.
“Impegnarsi nella politica oggi è una sfida – spiega Rota – perché la politica sta dando il peggio di sé. Ma chi crede nella politica, nella politica vera, non può temere di intraprendere un cammino di ricostruzione del partito, che consenta di riportare l’UDC ad essere un punto di riferimento dei cittadini lecchesi. Per raggiungere questo risultato bisogna che il partito, con i suoi uomini e donne, testimoni coi fatti la continuità tra etica ed esistenza, tra valori e declinazione degli stessi nel vissuto quotidiano oltre che nell’impegno politico, ponendo al centro delle scelte la persona e la famiglia, come società naturale fondata sul matrimonio”.
L’UDC lecchese di Rota “non sarà un partito ideologico o confessionale – come ha spiegato Rota stesso – ma usarà n partito che, partendo da volontà, passione e determinazione, si metta al servizio di tutti i cittadini, per costruire qualcosa di nuovo, che vada oltre i vecchi schemi e che sappia: nalizzare i bisogni del territorio; dare risposte concrete ai bisogni primari delle famiglie e dei giovani, risposte da proporre e offrire alle istituzioni locali; colmare lo scollamento tra cittadini e politica quindi, sentire, capire, rispondere, coinvolgere, responsabilizzare, far crescere il senso di appartenenza alla società; riscoprire il senso e lo spirito di servizio; entrare nella società civile con una presenza operativa sul territorio. Proseguire la collaborazione come forza politica extra consigliare con l’ amministrazione Brivio su temi condivisibili e infine, ma non da ultimo mettere le basi per la costruzione del terzo polo a Lecco”.
Quindi Rota ha concluso: “Il tempo speso per la costruzione del bene comune non è sciupato, ma è un investimento per il futuro: quale futuro costruiremo per noi stessi e lasceremo ai nostri figli, se sono altri a costruirlo? Che valori, che senso dell’uomo e della natura potremo trasmettere, se sono altri che parlano e decidono al posto nostro?”.