PREMANA – “Giovanni mi ha insegnato tre cose sul piano personale, che vorrei ricordare. Primo, un uomo di istituzione, come può esserlo un parroco, deve essere serio, ma non serioso. Lui stesso si faceva chiamare Maestro Giovannino, ‘maestro’ è serio, Giovannino, diminutivo, esprime affetto, confidenza. Secondo, un parroco è un uomo di mediazione, ovvero, per raggiungere un’idea comune ci sono dei passi graduali che richiedono dialogo, confronto, e, a volte, cedere il passo. Giovanni mi ha fatto capire che il tutto è superiore alla parte. Terzo, era solito presentarsi in giacca e cravatta. Non una mera formalità ma un segnale intenso di rispetto per il suo interlocutore. Per lui la persona era al centro, ed era da rispettare. Grazie, Signore, per avermi fatto incontrare un fratello come Giovanni nel mio cammino“.
Il primo ricordo durante i funerali di Giovanni Fazzini, ‘padre’ di Premana, che si sono tenuti oggi, sabato, nella chiesa parrocchiale di Premana, è del parroco Don Mauro Ghislanzoni. Il don ha preso parola al termine della Messa, esprimendo vicinanza alla moglie di Giovanni, Elena, e ai figli Gabriele e Nicola, ai parenti e a tutta la comunità premanese, segnata dal doloroso lutto.
Dopo di lui diversi gli interventi che si sono susseguiti in ricordo dal Maestro Giovannino. A nome degli amministratori ha parlato il sindaco di Lecco Virginio Brivio, collega di Fazzini in Provincia di Lecco ai tempi in cui ne fu presidente.
“Giovanni mi abituò all’uso della cravatta quand’ero presidente della Provincia di Lecco e lui presidente del Consiglio Provinciale. Io, ammetto, ero un po’ restio, ma lui mi insegnò che anche l’ordine nel modo di porsi comunicava una forma di rispetto nei confronti delle persone. Con lui ho fatto l’ultimo e più recente tratto di cammino ma quello che mi sento di dire, anche a nome di altri amministratori, è che Giovanni è stato a tutti gli effetti incarnazione concreta del fare bene per la comunità. Lo ha fatto a cerchi concentrici, partendo dal Comune, dalla sua Premana, dove voleva sempre tornare anche se le riunioni finivano a notte fonda, per arrivare alla Provincia, prima di Como poi di Lecco. L’amore per la valle lo trasmise nel progetto di creazione della Comunità Montana della Valsassina. E’ stato un premanese che ha fatto molto per tutto il territorio provinciale e oltre, condividendo con noi anche quella dimensione culturale e familiare tipica della sua Premana, convinto che cultura e tradizioni creassero appartenenza. Grazie Giovanni – ha concluso Brivio – per averci insegnato che dei buoni sentimenti di base sono l’elemento essenziale per servire bene il nostro territorio“.
Non poteva mancare il mondo della scuola, cui Giovanni Fazzini fu molto legato. A ricordarlo i colleghi insegnanti delle elementari: “Tu per noi non eri un maestro ma il maestro. Nel tuo cuore era presente una vera passione creativa, ereditata da tuo padre e realizzata presso la tua scuola elementare. Seguivi gli alunni con grande autorevolezza, accompagnata da un sottile umorismo. Per te insegnare rifletteva il significato etimologico della parola, in-segnare, segnare dentro, imprimere. Quante classi di diverse generazioni hai formato mettendo dentro al loro cuore la bellezza della vita e i valori della Costituzione. Anche per noi colleghi eri un esempio, per la tua potenza, umiltà, per quel saper sempre portare pace e armonia quando c’era tensione. Ora intercedi per noi, i tuoi familiari per la tua scuola, perchè sia sempre luogo di formazione. Ciao e grazie maestro Giovannino”.
Gli amici dell’Associazione culturale “Il Corno”, per voce di Giovanni Bellati, hanno salutato in modo commosso ed affettuoso Giovanni Fazzini con le stesse parole con cui i premanesi salutarono suo padre nel 1967.
“Quando bisognava scrivere sul corno il nome di qualche personaggio andato avanti ci pensavi tu, ora tocca a noi, non possiamo farne a meno. Oggi è difficile ricordarti, da domani saremo pazienti come te. Maestro Giovanni, uomo di pensiero e di azione, sei stato tutto: consigliere, padre, amico, fratello, sindaco, maestro, regista, catechista, chissà cos’altro. Oggi siamo travolti nell’emozione, dal dolore. Attoniti non possiamo che stringerti intorno ai tuoi cari. Ti immaginiamo, qualcuno con lo zaino in spalla, qualcun altro in una nuova avventura, qualcuno ancora in qualche discussione, sicuramente a tarda sera davanti a un bicchiere di vino e a del formaggio. A Premana viene a mancare un altro padre, un uomo retto, sobrio, di fede, che sapeva ascoltare, spronare, mediare e costruire. Sulle ore di tuo papà hai sempre risposto: “Ci sono”. Giovannino, maestro, sindech, ora noi ti lasciamo andare, ma ti ricorderemo per sempre. Gli amici del Corno”.
Infine il ricordo della famiglia, moglie e figli, affidato a una nipote: “Non abbiamo la pretesa di saper scrivere un degno elogio per il nostro caro Giovanni, lui stesso avrebbe detto: ‘Mi raccomando, vestitevi bene e parlate poco”. Prendiamo in prestito le parole di Lincoln: ‘Cari amici, siamo qui riuniti oggi per ricordare, omaggiare e onorare la vita nel nostro caro fratello Giovanni…’ pur riconoscendo che in senso ampio non possiamo ricordare, omaggiare e onorare la vita di Giovanni perchè l’amore per la famiglia, la passione per l’insegnamento e la politica, l’interesse per le iniziative locali premanesi hanno onorato la sua vita ben oltre la nostra capacità di ricordarlo. Ciao Giovanni, ciao zio Nino”.
Uno scrosciante applauso ha chiuso i ricordi e accompagnato i presenti e la bara di Giovanni Fazzini fuori dalla chiesa prima di avviarsi verso il cimitero dove il ‘Maestro’ riposerà.