50esimo del Panathlon Club Lecco, tre soci si raccontano

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Da sx: il Comandante dei Carabinieri di Lecco Pasquale Del Gaudio, Antonio Peccati, il presidente Panathlon Club Lecco Riccardo Benedetti, l’assessore allo Sport Roberto Nigriello, Luigi Baggioli, il Sottosegretario regionale Antonio Rossi, Marco Cariboni e Maria Venturini

 

LECCO – Tre soci e tre storie: così il Panathlon Club Lecco ha scelto di raccontarsi in occasione dei suoi 50 anni di attività. Martedì sera, presso la sala conferenze di Confcommercio Lecco, il sodalizio guidato da Riccardo Benedetti si è riunito per la conviviale organizzata dalla socia Maria Venturini che ha avuto come protagonisti tre volti storici del Panathlon Lecco: Luigi Baggioli, Marco Cariboni e Antonio Peccati.

Guidati dalle domande di Maria Venturini e accompagnati da foto storiche i tre ‘campioni’ lecchesi hanno raccontato la loro vita sportiva (e non), condendola in abbondanza di aneddoti anche divertenti.

“Non è stato facile scegliere chi fare parlare questa sera – ha esordito Maria Venturini – alla fine la scelta è ricaduta su Luigi, Marco e Antonio, soci che hanno sempre praticato e amato lo sport e che possiamo comunque definire campioni anche se non nel senso specifico del termine. Loro si sono comunque sempre messi in gioco, portando avanti la loro passione in un tempo in cui fare sport era molto diverso da com’è inteso oggi. La loro storia incarna perfettamente i valori del Panathlon”.

Il primo a presentarsi è stato Luigi Baggioli, nato a Lecco il 20 ottobre 1938. Luigi, stimato imprenditore, è stato membro della Squadra Motonautica della Canottieri che tra il 1968 e il 1975 salì le classifiche nazionali ed europee vincendo oltre 50 titoli tra cui 2 mondiali e 19 europei, oltre a numerosi record in varie categorie (tra cui la 24 ore di Rouen, la 6 ore di Parigi e 4 Frecce Azzurre). Dal 1970 al 1983 Luigi Baggioli partecipa a più di 200 gare conquistando 1 record mondiale, 2 titoli europei e 4 titoli italiani nelle classi fuoribordo 850, 1000 e offshore classe 3.

La passione per i motori per Luigi Baggioli è praticamente innata come ha raccontato. “Da giovane sciavo, facevo canottaggio e avevo anche provato ad arrampicare. Ma per i motori fu amore a prima vista. Della Motonautica mi
innamorai sul Lago di Annone nel 1970 dove provai la mia prima Carniti. La mia prima gara fu la 6 ore di Milano, arrivammo primi. Da lì è cominciato tutto”. Una storia di successo, lealtà e umiltà che porta Luigi Baggioli sino in
Formula 1. “Ho smesso di correre dopo un incidente sul Lago di Como nel 1982, in cui perse la vita un mio socio e un altro si ferì gravemente. Mio figlio, Guido, mi chiese di non fare più gare. Due anni dopo venne a dirmi che voleva
cominciare lui!”. Una passione, quella dei motori e della corsa, che Luigi ha trasmesso non solo al figlio ma anche ai suoi due nipotini, appassionati di Go Kart.

L’acqua è stata (e lo è ancora) il grande amore di Marco Cariboni, presidente onorario della Canottieri Lecco, secondo a raccontarsi. “Mio papà era tornato dagli Stati Uniti con in regalo uno di quei canotti di salvataggio degli aviatori. Impaziente di provarlo un giorno mi ero chiuso in bagno, con del pongo avevo sigillato le porte e poi avevo aperto l’acqua della vasca facendola uscire per usare questo benedetto canotto. Quando la cameriera ha aperto la porta è stata travolta dall’acqua, ne buscai quella sera, ma non mi importava: quando ero sull’acqua mi gasavo tantissimo”. Una passione talmente forte che per il servizio militare Cariboni riesce a farsi arruolare in Marina e non tra gli Alpini com’era più comune per i lecchesi. “Sono stati i mesi più belli della mia vita, lo dico davvero. Proprio in marina ho imparato a remare, non bene, ma ho imparato”. C’è stato il tempo di parlare anche della sua Canottieri, di cui è presidente dal 1973, anno della prima elezione. “La conosco come le mie tasche e sono onorato di essere stato eletto presidente onorario: qui, lo dico sempre, sono nati e passati quasi tutti gli sport di Lecco, dobbiamo andare fieri di questa istituzione”.

L’ultima testimonianza è stata quella di Antonio Peccati, presidente di Confcommercio Lecco e ex alpinista. “In realtà – ha detto mostrando una foto che lo ritrae con la divisa da calcio e un pallone in mano – fino all’Università la mia passione era il calcio. Ho smesso proprio quando mi sono iscritto. Da qualche anno però avevo iniziato ad arrampicare con Don Agostino Butturini: un giorno ero andato da lui e gli avevo detto ‘Don, vorrei venire anch’io’. Mi portò a fare la Cassin in Medale. Dopo quell’esperienza decidemmo di riunire un gruppo di giovani, nacquero così i Condor. Per me arrampicare è sempre stato liberatorio – ha ricordato – e mi ha permesso di conoscere e stringere tante amicizie ancora oggi salde. L’alpinismo è uno sport individuale ma al contempo quando ti leghi crei un legame che va oltre la fatica dell’impresa”.

Peccati, chiamato ‘Briciola’ dagli amici, ha ricordato anche l’amicizia col grande Riccardo Cassin. “Volle conoscerci tornati dalla Ovest sulla Cima di Lavaredo. Da lì nacque un grande rapporto, ricordo che riusciva sempre a darci qualche chiodo o moschettone o zaino dal magazzino dell’azienda…per noi giovani a quei tempi l’impresa era ripetere tutte le vie di Cassin, così quando mi regalò un suo chiodo decisi di piantarlo lungo la Nord delle Grand Jorasses”. Antonio Peccati contribuì
anche alla fondazione, nel 1981, dell’Associazione Casa delle Guide di Lecco. “Fare la Guida Alpina mi piaceva tantissimo, portare in giro la gente e permettere di vivere certe esperienze in montagna mi faceva stare bene” ha ricordato aggiungendo che “La montagna è mezzo e non fine, un luogo di solitudine ma allo stesso tempo di
aggregazione. Fare alpinismo è anche una lezione di vita, ti insegna a misurare i tuoi limiti, a capire se puoi andare oltre e quando invece è necessario fermarti e fare un passo indietro”.

Il prossimo appuntamento del Panathlon sarà l’11 dicembre per la conviviale di Natale, ultimo incontro dell’anno del 50esimo della fondazione. Nell’occasione saranno anche consegnati i Premi Panathlon 2018.