La Fim Cisl interviene sulla vicenda dell’ex Ilva e la trattativa fallita con Arcelor Mittal
“Rischi per la filiera, possibili ricadute anche per il settore metalmeccanico lecchese”
LECCO – “La crisi a seguito del ritiro di Arcelor Mittal dal perfezionamento dell’acquisto dell’Ilva rischia di travolgere l’industria metalmeccanica lombarda, già affaticata dal calo del mercato dell’auto e alla frenata della Germania. Colpire l’industria siderurgica ex Ilva equivale a danneggiare a cascata tutta la filiera, perché renderà complicato l’approvvigionamento di acciaio e costringerà le nostre imprese a rifornirsi dall’estero, con gravi contraccolpi in termini di posti di lavoro anche nel settore metalmeccanico lombardo. La vertenza è una battaglia anche dei metalmeccanici di questa Regione”. Così Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia.
“Siamo molto preoccupati – aggiunge -. Innanzitutto per le possibile ricadute sui lavoratori delle sedi Arcelor di Milano e hinterland, sui dipendenti della controllata Innse Cilindri di Brescia, ma non solo. Pensiamo per esempio ai vari distretti industriali: la meccanica strumentale di Bergamo e Brescia e la metalmeccanica di Lecco, con il rischio di spostare all’estero la catena dei fornitori, con ripercussioni sulla competitività e conseguente perdita di valore e posti di lavoro, impoverendo tutto il tessuto produttivo. Il dramma legato all’ex Ilva si tradurrebbe in un miliardo di pil bruciato nel Nord del Paese, ovvero a tantissimi posti di lavoro che andrebbero in fumo”.
“Non possiamo mettere a rischio la nostra indipendenza industriale che aprirebbe le porte a una nuova crisi in una regione dove l’industria metalmeccanica mostra segnali preoccupanti – conclude – Terremo monitorata la situazione e, se necessario, attiveremo forme di mobilitazione per contrastare chi ha in mente un paese che non prevede un ruolo centrale per il lavoro”.

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