I funerali si terranno lunedì alle 15, nella chiesa della frazione Villa San Carlo a Valgreghentino
“Era un trascinatore. Aveva sempre il sorriso anche quando cantava… persino canzoni tristi”
OLGINATE – Lutto a Olginate e Valgreghentino per la morte di Mario Gilardi, 71 anni, per gli amici “pitúr” soprannome affibbiatogli per via della sua professione di imbianchino, una delle colonne portanti del celebre gruppo folkloristico firlinfeu “I Picett del Grenta”.
“Per noi era anche il Gigante Buono – ricorda con commozione il Maestro Gabriele Bolis – Fa parte dei Picett dalla loro fondazione. E’ sempre stato un grande trascinatore.
Mai arrabbiato, sempre col sorriso. Aveva sempre il sorriso anche quando cantava… persino canzoni tristi”.
Bolis riavvolge il nastro degli innumerevoli ricordi: “Ancor prima che nascessero i Picett, io e Mario andavamo Esino Lario. Partivamo in macchina dopo il lavoro e salivamo per allietare, durante il periodo estivo, i non vedenti che trascorrevano le ferie a Esino”.
Ma un episodio in particolar modo viene ricordato dal Maestro Bolis “perché descrive la bontà d’animo e la sensibilità che ha sempre contraddistinto Mario. Eravamo con i Picett al Festival de Gannat les Cultures du Monde in Francia, in rappresentanza dell’Italia. Il giorno di chiusura vi fu il corteo per le vie della città, sfilavamo tra due ali di folla, quando ad un certo punto passammo accanto ad un gruppo di ragazzi disabili. Mario si fermò e davanti a loro s’inginocchiò. Tutto il corteo per una manciata di secondi arrestò la sua marcia e quel gesto di bontà e di umanità colpì tutti”.
Una persona di grande cuore ma anche una persona di grande compagnia: “Lui diceva sempre in dialetto: ‘se i me dan 100 franch per ogni canzun che vo a cantà s’eri un sciur…‘ (Se mi dessero 100 franchi per ogni canzone che canto, sarei un signore, ndr). Aveva una parola per tutti, mai banale: di stimolo, di incoraggiamento o di consolazione”.
Suo il compito negli intermezzi dei canti dei Picett di suonare quello che viene chiamato il “toulun”, caratteristico strumento formato da una tolla di latta, che Mario, da imbianchino qual’era, non mancava mai di ricordare che, in quella tolla, prima c’era pittura e poi l’ha trasformata in uno strumento. “Uno strumento che ha portato in tutto il mondo e come non dimenticare quando, arrivati negli Stati Uniti, poco tempo dopo i tragici eventi dell’11 Settembre, venne fermato in aeroporto perché quell’oggetto in valigia destò sospetti… “.
Mario “pitúr”, il Gigante Buono era conosciuto anche come Mario “Serigola”, “perchè – prosegue Bolis – arrivava da quella frazione di Olginate, chiamata appunto Serigola, dove era tornato ad abitare con la famiglia”.
Con Bolis a ricordare l’amico Mario è tutto il gruppo dei Picett: “Anche se pare difficile, non si è mai pronti a dire addio ma, siamo grati per averlo avuto in dono, poiché ci rimane, in eredità, tutto il bene che ci ha regalato, i sorrisi, i racconti di vita, le storie, le feste trascorse insieme, insomma ogni momento condiviso. Ciao Mario ‘pitúr’.
Un amico anche per Angelo Fontana, responsabile del settore sociale della Polisportiva Monte Marenzo: “Mario era una persona solare, sempre allegra. Partecipava a tutte le iniziative che organizzavamo come Polisportiva e a quelle per Telethon. Lo ricordo durante quando veniva a festeggiare i compleanni della signora Vittoria Mangili in casa di riposo, lui insieme ad altri Picett riusciva sempre a portare allegria e gioia. Era una persona buonissima”.
Mario Gilardi lascia la moglie Maria e le figlie Caterina, Sabina e Francesca; i funerali si terranno lunedì, alle 15.00, presso la chiesa della frazione Villa San Carlo di Valgreghentino.