La famiglia Invernizzi e il Fai restituiscono a Maggianico un pezzo della sua storia
La casa della famiglia del noto librettista, poeta e scrittore ha aperto per la prima volta le sue porte al pubblico
LECCO – In tanti, in questi due giorni, hanno potuto letteralmente scoprire un piccolo pezzetto di storia di Lecco, una storia che racconta di una Maggianico che non c’è più, quando nel 1800 quel piccolo borgo di campagna era diventato crocevia e luogo di scambio della cultura milanese. Musicisti, scrittori, artisti, intellettuali sono stati protagonisti di una stagione grandiosa e ancora poco conosciuta, ma che riemerge con forza passeggiando negli stretti vicoli di Maggianico o visitando alcuni luoghi simbolo, come la più nota Villa Gomes.
E’ la riprova che ci si può ancora stupire senza bisogno di andare dall’altra parte del mondo ma semplicemente voltando l’angolo dietro casa o, come per Casa Ghislanzoni, se si ha la fortuna che qualcuno semplicemente apra un cancello e consenta alle persone di entrare…
La casa, appartenuta a un ramo della famiglia Ghislanzoni da cui discende il noto librettista Antonio, negli anni è passata di mano fino ad essere acquista qualche tempo fa dalla famiglia Invernizzi, noti imprenditori lecchesi nel campo delle forniture edili, originaria proprio di Maggianico, nonché discendente di quel Giuseppe Invernizzi, detto il Davide, oste dell’Albergo Davide, appunto, dove si davano appuntamento i più noti esponenti della vita culturale milanese.
Grazie alle spiegazioni delle guide del Fai i numerosi visitatori hanno potuto fare un vero e proprio viaggio in quell’epoca e assaporare quell’atmosfera speciale attraversando le ricche stanze che costituiscono il complesso della casa. In particolare nel nostro tour siamo stati accompagnati dall’ingegner Francesco D’Alessio, Delegato del Fai e profondo conoscitore della storia.
“Questa casa è una bolla particolare che necessita di essere tutelata – ha detto la guida durante il percorso -. Siamo felici che ora sia di proprietà della famiglia Invernizzi perché già in passato, per altri interventi, ha sempre dimostrato una particolare attenzione e grande intelligenza”. Un particolare ringraziamento è stato rivolto proprio alla famiglia Invernizzi per la disponibilità con cui ha aperto le porte della casa al Fai e ai numerosi visitatori.
La storia della casa e della famiglia Ghislanzoni risale al 1500, la casa ha avuto diverse vicende e comprendeva anche il caseggiato alle spalle che in seguito è diventato il famoso Albergo Davide. Il complesso, eccezionalmente intatto nei suoi apparati decorativi e nel sistema distributivo che vede coesistere la parte rustica (con torchio da vino mosso da ruota in legno) e quella propriamente civile, è tangibile palinsesto di ristrutturazioni e riforme messe in atto dal Cinquecento.
Committente fu un ramo della famiglia Ghislanzoni arricchitasi con il commercio dei
pannilana e poi con le professioni notarili e mediche. Il porticato introduce a un grande scalone che al primo piano immette in lunga galleria affrescata. Tutte le sale conservano decorazioni pittoriche, tra cui spiccano quelle della sala di musica (che un paio di anni fa ha subito il furto del camino) e del salone principale al piano terreno. La casa aveva anche una chiesa, oggi demolita ma di cui rimane la sacrestia che con il tempo ha cambiato la sua funzione. Sul tetto si può vedere ancora il campaniletto che poi fu utilizzato per chiamare il pranzo.
La casa è inserita nella storica frazione di Barco fatta di cortili, porticati rustici, passaggi sopraelevati, arcaici muri in pietra, portali barocchi inseriti in edifici colonici e, fra gli angoli suggestivi, una piccola cascata chiusa tra i caseggiati con vecchio lavatoio.
Tanti sono i luoghi di Maggianico che in questi due giorni la gente ha potuto visitare grazie al Fai, tanto c’è ancora da scoprire e chissà che un domani, Casa Ghislanzoni, non possa diventare uno dei gioielli da valorizzare e far conoscere di una Lecco turistica che guardi al lago, alla montagna e anche alla cultura…