Testa contro la Colonna: Benedetta è “Crapona” di Laorca

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    LECCO – Un giro attorno alla colonna posta in piazza della chiesa e poi la testa appoggiata al granito. E’ così che si diventa “Craponi” di Laorca ed è così che papà Giulio ha voluto che fosse per la sua piccola Bendetta.

    Domenica si è rispolverata una vecchia tradizione di paese con la quale la primogenita di mamma Chiara e papà Giulio Redaelli è stata “battezzata” secondo l’antica usanza le cui origini si perdono nella notte dei tempi e con la quale da sempre si sancisce la “laorchesità” doc (concedete il termine) dei battenzandi.

    Una sorta di rito che oggi è caduto quasi in disuso, ma non per i veri laorchesi che continuano a tanerlo vivo e addirittura c’è chi, lasciato il rione, ritorna appositamente in paese con il pargolo in braccio destinazione la Colonna. Del resto è solo così che si diventa veri “Craponi di Laorca” con la testa dura, ben cocciuti pronti a sentirsi dire nel corso degli anni, soprattutto dalle rispettive mamme, “I ta fa picà propri la crapa cuntra la culona” (ti hanno fatto picchiare proprio la testa contro la colonna).

    Un’affezione a un’antica usanza che mostra l’attacamento alle proprie radici, una sorta di sottile filo rosso che unisce il passato con il presente e si proietta verso il futuro grazie alle nuove generazioni.

    Un gesto quello di appoggiare la testa del nascituro alla colonna le cui origini si perdono veramente nella notte dei tempi visto che quel piedritto posto in piazza della chiesa, venne realizzata attorno al 1630 in memoria dei deceduti in seguito alla grande peste, ma oggi nessuno sa dire perchè: i laorchesi vennero definiti “Craponi”, quella colonna ne assunse il simbolo e nacque il rito del “battesimo”.

    Per dovere di cronaca, domenica Benedetta, prima di diventare “Crapona”, ha ricevuto dal parroco don Emilio Colombo il vero sacramento del battesimo nella chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo, alla presenza di papà Giulio, mamma Chiara, dei nonni e di molti invitati che hanno partecipato alla giornata di festa. Madrina è stata un’altra laorchese anche lei Crapona: Cristina Zambelli ora residente a Alleghe e nota nel mondo dello sci per essere stata tra le fila della Nazionale Italiana.  Altro aspetto degno di nota, il singolare arrivo della famiglia Redaelli in piazza, effettuato a bordo di un trattore.

    Tornando alle antiche tradizioni, va ricordato che ai laorchesi spetta un altro soprannome: i “gos” che non sta per ingordi come qualcuno va dicendo, bensì per la spiccata propensione di dire le cose in faccia, risultando quindi persone che non tengono le cose in gola, nel gozzo (appunto gos), costi quel che costi.