Cormorani, massiccia presenza sul Lario. Simonetti: “Danni ittici ed economici notevoli”

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Cormorani garlate
Cormorani a Garlate

Il consigliere provinciale e presidente Fipsas chiede a Regione di rivedere il piano di controllo selettivo

“Oltre 9 mila cormorani censiti nel 2023, mentre il numero di capi abbattibili è solo 346. Regione Lombardia deve fare di più”

LECCO – Risulterebbe fuori controllo la presenza dei cormorani nel territorio lariano. “Una vera e propria invasione – come l’ha definita il consigliere provinciale Stefano Simonetti, nonché presidente Fipsas della sezione provinciale di Lecco – riceviamo ogni giorno fotografie di stormi di cormorani sul Lario e nei laghi minori. Anche oggi nel bacino di Garlate vi era un assembramento di centinaia di cormorani, i quali ogni giorno cagionano un danno ittico ed economico notevole”.

Stefano Simonetti

In Lombardia è presente un piano di controllo selettivo per questa specie che tuttavia, stando a Simonetti, non sarebbe sufficiente analizzando i numeri riportati sul ‘censimento annuale degli uccelli acquatici svernati in Lombardia – International Waterbird Census’: “Stando al report i capi di cormorano censiti in Lombardia nel 2023 sarebbero 9.439 e nei dormitori 6.679, quindi ci saremmo aspettati un piano di abbattimento di almeno 667 capi, visto che il numero di esemplari abbattibili annualmente a livello regionale, tra l’1° ottobre e il 15 marzo, i precedenti piani prevedevano ammontasse al 10% degli individui di cormorano conteggiati nei dormitori”.

Poi la sorprendente scoperta, che ha lasciato di stucco il consigliere provinciale: “In realtà, è emerso che ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dal suo parere di competenza ritiene adeguato l’abbattimento regionale di soli 346 cormorani, e non di 667, il doppio di quelli effettivamente autorizzati. Tuttavia il Report IWC effettuato in Lombardia nel 2023 espone chiaramente che i capi di cormorano censiti siano pari a 9.439, mentre la media del 2002-2022 è di 6.929 capi, con una variazione media in aumento del 36,2%”.

Dunque le conclusioni tratte dal consigliere provinciale, dati alla mano: “Il piano di controllo selettivo che determina in soli 346 capi abbattibili su tutto il territorio regionale per il 2023 è chiaramente fondato su dati errati e falsamente motivati, poiché solo in Provincia di Lecco vi sono migliaia di cormorani e tale dato è in contrasto anche con il IWC del 2023 che appare sottostimato. Oltre a ciò, limitare il contenimento del Cormorano a sole cinque province (Como, Lecco Varese Bergamo e Brescia e 35 capi nel Lago di Monate) appare un ulteriore decisione errata e da modificare per una azione di contenimento efficace. Questo perché il cormorano è un uccello in grado di spostarsi con facilità e coprire lunghe distanze, andando a incrementare la sua presenza in altri territori”.

Arriva dunque la richiesta di Simonetti a Regione Lombardia: “Sebbene il censimento effettuato IWC del 2023 appare sottostimato, si chiede che almeno i dati censiti (n. 9434 capi) siano utilizzati per effettuare (su tutto il territorio regionale) l’abbattimento pari al 10%. Quindi con il controllo selettivo di almeno 943 capi“.

Un’ulteriore precisazione poi dal presidente Fipsas: “Va infine evidenziato che l’azione predatoria del Cormorano si sta diffondendo anche sulle acque pregiate di tipo B, le acque torrentizie dove ogni anno effettuiamo (per conto di Regione Lombardia) le semine di materiale ittico pregiato come le trote marmorate, specie sull’orlo dell’estinzione inclusa nell’allegato 2 della direttiva 92/43/CEE. E, a tal proposito, occorre notare che i tratti fluviali dove la trota marmorata risulta essere più abbondante si trovano nelle provincie di Lodi e Cremona sul Fiume Adda ed in provincia di Pavia sul Fiume Ticino: in nessuna di queste province viene applicato il piano di controllo del Cormorano!”.

Tutto questo causa con danni alla pesca sportiva, professionale, nonché per la filiera enogastronomica e turistica. “Il controllo selettivo di soli 346 capi nel periodo 2023 -2024 è sostanzialmente una violazione del capitolo 7 del piano ittico regionale poiché è una misura inadeguata a contenere i danni alla pesca e alla piscicoltura – continua Simonetti -. La massiccia presenza del cormorano nel Lario e nelle acque della Provincia e il piano di controllo selettivo di n. 346 cormorani su cinque provincie è inadeguato e ridicolo, inoltre, vanifica ogni sforzo per incrementare il patrimonio ittico effettuato dai volontari con programmi di riqualificazione ambientale e opere ittiogeniche”.

Non sarebbe la prima volta che il consigliere provinciale si rivolge agli organi regionali: “Abbiamo chiesto ripetutamente a Regione Lombardia e all’assessore Beduschi di farsi interlocutore con ISPRA per un aumento dei capi da abbattere, tuttavia, prendere atto che nemmeno il report IWC 2023 viene correttamente considerato ci preoccupa. Se Regione Lombardia ritiene irrinunciabile una mitigazione della pressione esercitata dal Cormorano, per evitare danni ittici e involuzioni di difficile reversibilità, deve fare di più“.

Da ultimo, l’appello a Regione Lombardia: “La presenza ormai massiccia del Cormorano su tutto il territorio regionale e sul Lario in particolare, ci impone di chiedere all’assessore Beduschi, ma anche all’assessore Fermi, al sottosegretario Piazza, oltre che a tutti i rappresentanti del nostro territorio in Regione, un intervento urgente affinché sia posto un correttivo a tale decisione che appare errata, inadeguata, dannosa e potenzialmente illegittima”.

VIDEO CORMORANI A GARLATE