Il Pd regionale fa tappa al Mandic: “Vogliamo risultati concreti”

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Presidio davanti all’ospedale di Merate questo pomeriggio, lunedì, con il Pd regionale

Majorino: “Non ci bastano le parole: sulla salute non si scherza”

MERATE – “Non bastano le parole delle classe dirigente che governa la Regione: vogliamo risultati concreti perché non si può scherzare sulla salute”. Ha esordito così Pierfrancesco Majorino presente nel pomeriggio di oggi, lunedì, a Merate per il presidio promosso dal Pd davanti all’ospedale San Leopoldo Mandic in occasione del tour che il partito democratico ha deciso di promuovere in tutta la Regione per incontrare militanti, associazioni e semplici cittadini sui temi più importanti.

Tra le tappe non poteva quindi mancare Merate, dove nelle ultime settimane è fortemente cresciuta la preoccupazione, alimentata dalle continue dimissioni di medici, circa il destino del presidio di via Cerri. “Ne avevamo parlato anche quando ero venuto qui in occasione della campagna elettorale e vedo che la situazione è ulteriormente peggiorate nei mesi successivi” ha rimarcato Majorino, sottolineando come fattore positivo il fatto che la mobilitazione per salvare l’ospedale di Merate sia diventata nel frattempo bipartisan e capace di coinvolgere sempre più persone. Il capogruppo in Regione del partito democratico ha voluto mettere in guardia in merito alle promesse e alle parole pronunciate dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso in occasione dell’incontro con i sindaci di una decina di giorni fa. “Non possono bastarci le parole: servono i fatti e bisogna insistere anche sull’integrazione socio sanitaria”.

Gli ha fatto eco Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale nonché ex sindaco di Brescia, già intervenuto a Merate a fine giugno per presentare i risultati del questionario #la salute è di tutti promosso dal Pd Merate per sostenere l’importanza della sanità pubblica.
“Mi riconosco nelle parole poco ottimistiche del capogruppo Majorino. L’inefficacia di questa Giunta regionale è sotto gli occhi di tutti. E più è debole, più la sanità territoriale ne risente e più sarà difficile reperire le risorse affinché cambi la pianificazione. Non sappiamo nemmeno che fine farà Bertolaso, se proprio vogliamo dirla tutta, siccome nella maggioranza non c’è un bel clima proprio in conseguenza della crisi che sta affrontando il sistema sanitario lombardo”.

Emilio del Bono, Gian Mario Fragomeli, Matia Salvioni e Pierfrancesco Majorino

Nel confronto è intervenuta anche Silvia Roggiani, segretaria Federazione metropolitana Pd Milano che ha precisato: “Abbiamo visto come la pandemia ci abbia colti alla sprovvista e il mantenimento di questi presidi è importante per prevenire situazioni simili. Regione e Governo non sembrano tuttavia avere imparato la lezione”.

Presente al presidio anche Manuel Tropenscovino, segretario provinciale Pd di Lecco che ha evidenziato come “La crisi di questo presidio comporta gravi mancanze per il territorio e oltre. Oggi più che mai c’è bisogno invece di una sanità accessibile a tutte e a tutti”.
Una situazione ben nota dal consigliere regionale Pd del territorio Gian Mario Fragomeli: “Questo tour non poteva non passare da qui, da un luogo tanto sentito dalla popolazione. L’azione che, anche insieme ad altri, abbiamo promosso in questi mesi ha prodotto una grande sensibilizzazione, ma vogliamo mantenere alta la tensione, senza dare nulla per scontato visto che, effettivamente, l’unica certezza avuta al termine del vertice con Bertolaso è che il punto nascite chiuderà”.

Mattia Salvioni, segretario cittadino del Pd, ha ribadito l’importanza che il Mandic resti ospedale di 1° livello, evidenziando la preoccupazione per le dimissioni dei medici e la chiusura del presidio Ats di via San Vincenzo. “Il Mandic è un ospedale fondamentale per il territorio e baricentrico. Qui sono state avviate una serie importanti di sperimentazioni” ha aggiunto ricordando l’impegno del tavolo della sanità per promuovere iniziative di sostegno all’ospedale cittadino, come il flash mob organizzato a metà ottobre. “Quello che non ci stancheremo mai di fare è chiedere trasparenza sui dati in modo da poter elaborare risposte concrete. Prendiamo ad esempio il punto nascite: abbiamo analizzato i dati dei parti, confrontandoli con quelli dell’ospedale di Lecco o quello di Carate, simile per dimensioni. Quello che emerge è che il crollo delle nascite non è imputabile al calo demografico, ma è bensì un problema strutturale. Anche sul fronte delle ospedalizzazioni, emerge che meno del 50% delle persone residenti in zona vengono curate a Merate. Sono da questi numeri che dobbiamo partire”.

Terminato il presidio davanti all’ospedale, i dem si sono trasferiti nella sala civica di viale Lombardia per una tavola rotonda con le rappresentanze sindacali. In questa sede è stato affrontato, tra gli altri, il tema della chiusura inaspettata della sede meratese di Ats Brianza.