Il Consiglio si scioglie. Finisce il 4° mandato di Formigoni

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LECCO – Con una processione verso l’ufficio protocollo si è sciolto ufficialmente il Consiglio Regionale della Lombardia e con esso il quarto mandato come presidente della Lombardia di Roberto Formigoni, chiuso in anticipo di tre anni rispetto alla durata naturale della legislatura.

Abbiamo fatto molte buone cose. Siamo i migliori se paragonati ad altre Regioni. Mi auguro che chi verrà dopo di me ottenga risultati importanti” ha dichiarato Formigoni ai giornalisti.

Di parere opposto il consigliere lecchese del Pd, Carlo Spreafico: “Si conclude così una delle peggiori legislature della Lombardia. E per la prima volta dalla nascita della Regione una legislatura finisce anticipatamente. Esce sconfitto definitivamente il sistema di governo formigoniano-leghista che per troppi anni ha occupato ogni luogo e posto in Regione. Abbiamo vinto questa battaglia con una opposizione pragmatica, magari poco mediatica, che però progressivamente ha sgretolato una maggioranza che sembrava monolitica solo poco tempo fa”.

Nel pomeriggio è stata approvata con 75 voti a favore la nuova legge elettorale regionale, ultimo atto precedente le dimissioni preannunciate nei giorni scorsi dal gruppo del PdL e dai gruppi di minoranza, e annunciate oggi in Aula anche dal capogruppo della Lega Nord Stefano Galli.

“La nuova legge elettorale – spiegano dalla Regione – poggia sostanzialmente sul contenuto del “maxi emendamento” che era stato sottoscritto ieri da tutti i gruppi politici (Lega Nord esclusa) con quattro capisaldi: abolizione del listino, limite massimo di doppio mandato consecutivo per il presidente eletto, premio di maggioranza attribuito su base circoscrizionale, tetto massimo di 80 consiglieri eletti in rappresentanza di tutte le Province (quelle esistenti alla data dell’1 gennaio 2012)”.

Approvato anche un emendamento del Capogruppo della Lega Nord Stefano Galli nel quale si stabilisce che le liste provinciali plurinominali sono composte seguendo l’ordine di alternanza di genere. Non è stata introdotta invece la possibilità di esprimere la doppia preferenza di genere.