E’ ufficiale, anche Lecco abbandona l’Unione delle Province

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LECCO – E’ stata approvata durate la seduta del Consiglio Provinciale di ieri la delibera che decreta il recesso della Provincia di Lecco dall’Unione delle Province d’Italia (UPI). La decisone, maturata di comune accordo con le altre province lombarde, è arrivata dopo aver constatato lo scarso peso esercitato dall’UPI nella lunga trattativa con il governo in materia di riordino delle province.

E’ stata un scelta presa in accordo con tutte le altre province lombarde – ha precisato subito il presidente Daniele Navaed è stata assunta dopo che l’UPI, durante tutti questi mesi di trattativa con il governo centrale, non ha saputo né voluto approcciare la materia in modo e con risultati diversi, specialmente nella comunicazione della verità”. Secondo Nava, infatti, il fatto più grave è stato proprio quello che “l’UPI non ha saputo far passare la verità in merito al riordino delle province: nessuno al momento sa indicare se ci saranno vantaggi o risparmi derivati dal nuovo assetto, quindi se il risultato e le modalità sono queste – ha dichiarato con amarezza – tanto vale impiegare i soldi dell’adesione all’UPI in modo più efficiente”. “Pertanto – ha concluso il presidente della Provincia lecchese – con questo documento si recede dall’UPI e a partire dal 1 gennaio 2013, la provincia di Lecco non corrisponderà più la quota annua di partecipazione, stimata in circa 14.000 euro”. “Di fronte a questa cifra per aderire all’UPI – ha affermato l’assessore Carlo Signorelliè stata unanime la decisone di uscire dall’Unione. Al tavolo – ha proseguito l’assessore – si era anche proposto di devolvere il 75% di questa cifra all’UPL (Unione delle Province Lombarde)”, ma alla fine il Consiglio provinciale lecchese ha stralciato il provvedimento.

La scelta di abbandonare l’UPI è stata accolta favorevolmente dal consigliere leghista Giovanni Pasquini: “di fronte all’assalto cosacco del governo contro le province elette democraticamente dal popolo, UPI avrebbe dovuto agire come un sindacato in difesa delle province stesse”. Mi auguro invece – ha proseguito Pasquini – che nasca una nuova unione per tutte le province uscite dall’UPI e che sappia tutelare le province del nord, spesso più efficienti di certe regioni del sud”. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere del Carroccio Paolo Arrigoni: “voto convintamente la delibera, nella speranza che anche ANCI Lombardia si sfili dall’ANCI nazionale, perché non è possibile che non si tenga mai conto dell’efficienza dei singoli territori nell’ambito di un discorso nazionale”. Voto favorevole anche da parte del Pdl, che per bocca del consigliere Christian Malighetti ha affermato di “condividere le parole del presidente Nava, la cui proposta di delibera è apparsa molto equilibrata, frutto di una decisone sicuramente sofferta e ragionata”.

Favorevole al recesso della Provincia di Lecco anche l’esponente dell’IdV, Giancarlo Valsecchi: “già in tempi non sospetti il mio partito aveva raccolto 300mila firme per l’abolizione delle province – ha ricordato il consigliere – stasera voterò insieme alla maggioranza, ma auspico che i soldi risparmiati con questo provvedimento vengano spesi per comprare il sale per il ghiaccio e non per fondare un nuovo ente delle province lombarde”.

Di tutt’altro avviso il Pd e il suo capogruppo, Italo Bruseghini: “le argomentazioni nella delibera sono poco chiare, non si capisce se uscendo dall’UPI non esisterà più nemmeno l’UPL, oppure se resterà ma con un nome diverso”. “Inoltre – ha proseguito Bruseghini –  mi chiedo dove fossero i nostri rappresentanti all’interno dell’UPI quando si trattavano questi problemi di riordino: è troppo facile adesso scaricare le responsabilità solo sull’UPI”. “Infine – ha concluso il capogruppo del Pd – le frasi pesanti del presidente Nava sulla verità nascosta da parte dell’UPI vanno chiarite con nomi e cognomi: bisogna sapere se l’UPI non ha fatto gli interessi di tutte le province o solo di alcune, bisogna andare a fondo della questione. Per tutti questi motivi, il mio gruppo non voterà a favore del provvedimento”.

Al termine del dibattito, la delibera è comunque stata approvata da parte del Consiglio con i voti favorevoli di maggioranza e Idv, mentre il Pd si è dichiarato contrario e il consigliere dell’Udc si è astenuto.