Il capogruppo Magni in mutande contro l’austerity

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Sandro Magni

LECCO – E’ rimasto letteralmente in mutande il consigliere comunale Alessandro Magni che ha fatto il suo ingresso al presidio della Cgil in Piazza Garibaldi, presentandosi in giacca, cravatta e slip:

“E’ una provocazione che ho già fatto qualche anno fa in questa piazza anche se allora voleva essere un anticipazione di quello che sarebbe successo. Ora invece ci siamo” ha spiegato Magni, mostrando un cartello con la chiara scritta antieuropeista “Fuori l’Italia dell’Euro, fuori l’Euro dall’Europa”.

“A mio modo di vedere, l’ingresso nel sistema euro è una delle cause delle politiche di austerità, della recessione e della folle scelta di inserire in costituzione il pareggio di bilancio; senza poi parlare del fiscal compact, che porterà a vent’anni di manovre da almeno sessanta milioni di euro. Oggi nessuno vuole prenderne atto, tutti sono pro-montiani e questo termine non può che significare adesione acritica alle politiche promosse in Europa da alcuni eurocrati, che non hanno nessuna legittimità democratica, e dalle banche”.

Guardando all’Amministrazione Comunale, Magni non ha risparmiato le critiche già espresse in Consiglio riguardo al recente rimpasto di Giunta, puntando il dito contro la scelta “moderata” del sindaco e una giunta di “fedelissimi”:

“Non esiste che una maggioranza, che ha vinto sulla base di un patto politico, poi cancelli in questo modo quell’accordo. La caduta della Giunta Faggi ha richiesto in modo decisivo le firme degli allora rappresentanti di Rifondazione ed ha portato i voti della nostra lista determinanti per l’elezione della Giunta Brivio; ora veniamo tagliati fuori da qualsiasi decisionalità”.

“Questa – prosegue Magni – è una scelta opportunistica che ha però una valenza politica: quello che emerge è infatti una giunta di fedelissimi, spesso poco critici e collaborativi in modo che definirei conformistico. Il sindaco vuole fare una scommessa per andare alle prossime elezioni raccogliendo gli elettori scontenti del Pdl, quindi una svolta moderata che quadra benissimo con quanto sta facendo Renzi: occupare lo spazio del centro destra”.