Zamperini (Pdl) cantastorie: “C’era una volta la maggioranza…”

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LECCO – Duro attacco, nonostante un linguaggio favolistico e metaforico, da parte del consigliere Giacomo Zamperini (Pdl) nei confronti della maggioranza. L’episodio è arrivato dopo il rischio che saltasse la seduta consigliare per l’assenza del numero legale dei consiglieri.

Il consigliere Giacomo Zamperini (Pdl) è intervenuto con un linguaggio metaforico e favolistico per sottolineare alcune criticità all’interno della maggioranza, ma soprattutto per rimarcare il fatto che all’inizio della seduta comunale di ieri, 19 novembre, si sia rischiato di non raggiungere il numero legale dei consiglieri: all’appello, infatti, la quota dei 21 membri presenti con i quali sono stati avviati i lavori è stata raggiunta contando anche gli esponenti della minoranza, che secondo Zamperini “ha salvato la giunta Brivio e ha permesso il regolare svolgimento del consiglio”. Un intervento come tanti, che sarebbe rientrato nella normale dialettica consiliare, se non fosse per la metafora favolistica adottata dal consigliere del Popolo della libertà, che ha sorpreso tutte le persone presenti in sala.

 

Nel regno del consiglio comunale, la maggioranza si trova da qualche tempo in difficoltà. I due guerrieri, il barbuto Magni e il cavaliere nero Venturini, sono stati mandati in battaglia e, una volta vinta la guerra, sono stati scaricati e imprigionati. Infatti, i due non partecipano più alla corte di re Virginio, anzi lo ostacolano appena possono: Venturini attacca il suo vecchio marchese Donato perché gli asili nido del regno sono i più cari d’Italia e Magni chiede conto del passato di una nuova dama di corte, Elisa Corti, rea di non avere un curriculum adeguato. In aula manca il numero legale perché pure Appello non si presenta all’Appello. Il nuovo primo cavaliere Citterio è latitante, speriamo non se lo sia mangiato il lupo cattivo. Il vecchio-giovane Angelibusi, dopo oltre dieci anni a servizio del regno, viene ricompensato con la vice-presidenza del consiglio… poco più che un piatto di lenticchie. Buizza (ex capogruppo) attacca i pericolosi writers, mentre il conte Tavola li premia. Le donne del regno sono tutte irrequiete… insomma: un disastro totale. Il vicino regno dell’opposizione resta ad aspettare e si domanda: vissero tutti felici e contenti? Forse la corte di Brivio sì, ma i cittadini di Lecco certamente non sono né felici né contenti. Continua…”.