Artigiani: “Luce lontana, chiamati ad un passo avanti”

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LECCO – “Ne abbiamo veramente abbastanza di impegni, di promesse, di tavoli, di commissioni. Anche quest’ultimo anno, quante volte è stato annunciato il taglio delle spese improduttive, la revisione delle aliquote fiscali, lo snellimento della burocrazia? La realtà è che un anno dopo siamo più poveri, più indebitati e più tartassati”.

Parole forti quelle con le quali il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva, ha voluto aprire l’assemblea pubblica della serata di mercoledì, di fronte ad una platea di rappresentanti delle istituzioni e dei principali operatori economici lecchesi, riunita in sala conferenze dell’associazione per la cerimonia di consegna del Premio Fedeltà Associativa.

Ad accompagnare Daniele Riva sul palco, il presidente di Confartigianato Lombardia, Giorgio Merletti, e il prof. Carlo Dell’Aringa, stretto collaboratore di Marco Biagi e coautore della legge che porta il nome dello scomparso giurista.

Un discorso duro e a tutto campo quello pronunciato dal presidente Riva, giunto in un momento di festa per la Confartigianato lecchese e quindi ancor più incisivo nel rappresentare la serietà dell’attuale fase economica e le delusioni incassate in questi anni dal mondo artigiano: “Le nostre imprese tengono alto il loro spirito combattivo per continuare a navigare in questa lunga tempesta – ha spiegato Riva – ma i sacrifici rischiano di essere inutili senza un piano integrato di rilancio economico. Oramai abbiamo capito che per vedere la famosa luce in fondo al tunnel ci vorrà parecchio tempo”.

Forte la critica del leader di Confartigianato Lecco al Governo Monti: “Le nostre richieste non hanno ancora avuto risposta e gli interventi per favorire l’innovazione previsti dal Decreto Sviluppo sono praticamente inaccessibili alle micro e piccole imprese. La riforma del mercato del lavoro, calata dall’alto e pensata per un sistema economico basato su grandi aziende, non tiene conto della reale situazione del Paese, la cui forza produttiva risiede oramai nelle piccole e medie imprese”.

Di qui la necessità di “una più efficace politica distrettuale”, in particolare nel lecchese, “con una diffusione più ampia delle reti, il rapido completamento delle infrastrutture prioritarie. Quindi, valorizzare i punti di forza, affrontare gli elementi problematici del territorio e costruire una coesione sociale altrettanto significativa – ha sottolineato Riva – è il momento di cambiare marcia, incentivando la capacità di relazione e abituarci ad una più efficace logica territoriale, con alleanze di tipo nuovo con soggetti nuovi. Siamo chiamati ad un nuovo passo avanti”.

Tra le criticità messe in luce dal presidente di Confartigianato, l’inadatta formazione dei giovani si affacciano al mondo del lavoro: “Grazie anche alle nostre insistenze, il contratto di apprendistato è stato notevolmente valorizzato dalla riforma Fornero, ma non basta. E’ urgente dare maggior impulso all’istituto dello stage in azienda in modo che la formazione professionale diventi un vero e proprio lascia passare per il mondo del lavoro. Stiamo purtroppo continuando a scontare un’inadeguatezza dei percorsi scolastici rispetto alle necessità e alle attese del mondo del lavoro”.

“Ci attendono ancora tempi difficili e scelte sofferte – ha concluso Riva – nonostante i clamorosi errori dell’Italia e dell’Europa, possiamo sempre contare, ma solo se tutti ci crederanno e lo faranno, sull’intraprendenza, la determinazione, l’inventiva e la capacità di reagire che nel corso della storia ci hanno sempre consentito di uscire vincitori dalla sfide più dure”.

 

– CARLO DELL’ARINGA & GIORGIO MERLETTI

La crisi economica al centro anche degli interventi dei due ospiti della speciale serata indetta da Confartigianato Lecco: il presidente lombardo dell’associazione, Giorgio Merletti e il prof. Carlo Dell’Aringa.

Quest’ultimo ha evidenziato come “il percorso virtuoso intrapreso dall’Italia per tutto il secolo scorso si sia inequivocabilmente interrotto. Cosa è successo? – si è chiesto il professore – qualcuno ha additato il cosiddetto spirito di fazione: abbiamo perso quella compattezza che, forse, non è mai stata così forte nel nostro Paese. Questo può essere uno dei fattori che ci ha fatto perdere terreno, insieme al grosso problema del debito pubblico, che non siamo stati in grado di risolvere”.

“Globalmente – ha proseguito Dell’Arriga – abbiamo però assistito ad un grande cambiamento, ovvero l’inversione del rapporto tra creditore e debitore: ora è il primo ad avere paura nel prestare il proprio denaro e sono gli Stati ad avere assunto la parte del debitore. Ecco quindi i compiti a casa per noi e per i Paesi che rimasti indietro come il nostro, o peggio come la Grecia che si trova impossibilitata a restituire il proprio debito. L’Europa si deve dare una mossa – ha concluso il professore – gli Stati in difficoltà devono chiedere di più ed è necessario che ci sia maggiore fiducia tra i Paesi, perché siamo tutti legati come in una scalata e se cade uno, primo o poi, finiamo per cadere tutti”.

Forte la provocazione del presidente di Confartigianato Lombardia, Merletti: “Signori, siamo fuori dalla crisi:  è la realtà. Se siamo in questa situazione, ahimè, non è però colpa della Merkel, è colpa nostra che abbiamo voluto Governi cialtroni”.

Merletti non ha fatto segreto della sua delusione nei confronti della politica: “Ben poche delle promesse fatte in passato è stata mantenuta – ha dichiarato, definendo la riforma del mercato del lavoro – uno dei gattini ciechi partoriti dall’attuale Governo”.
Il presidente lombardo dell’associazione, candidato al prossimo rinnovo della presidenza nazionale, ha sottolineato la necessità di modificare l’approccio nell’intervento di Confartigianato, soprattutto a livello locale, in quella che ha definito “rappresentanza responsabile e sostenibile: la situazione impone uno sforzo maggiore – ha spiegato – dobbiamo agire con la consapevolezza di fare non solo gli interessi delle nostre imprese, ma di tutto il Paese”.

 

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