Acqua pubblica, il comitato interpella la Corte dei Conti

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Comitato Acqua Pubblica

LECCO – Passa alle maniere forti il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e sul cambio di gestione del servizio idrico in provincia di Lecco depositerà un esposto alla Procura Regionale delle Corte dei Conti con l’elencazione di tutte le vicende, societarie e non, riguardanti il servizio dal 2007 ad oggi.

“Dopo lunga e sofferta riflessione, abbiamo ritenuto necessario ed opportuno assumere una concreta iniziativa che completa un percorso, altrettanto concreto e non certamente ideologico, sviluppato in questi ultimi anni per garantire la volontà degli italiani e dei cittadini di mantenere la gestione del servizio idrico nell’ambito pubblico espresso con l’esito referendario del 2011” spiegano dal comitato.

Nel mirino del gruppo c’è la recente decisione dell’assemblea dei sindaci di lasciare ad Idroservice, società controllata in primis dai vertici di Lario Reti Holding e solo indirettamente dai Comuni lecchesi, la gestione del servizio di cui prima era incaricata la società ldrolario, sulla quale esisteva un controllo diretto da parte dei sindaci.

E’ questo il nodo fondamentale: la decisione dei primi cittadini, come più volte denunciato dal Comitato, è “in contrasto con la normativa comunitaria e nazionale” perché la società che gestirà l’acqua dal prossimo 30 giugno, se non si interverrà permettendo il controllo diretto dei Comuni, rischia di farlo in una modalità non conforme alla legge.

acqua_rubinettoIl timore del comitato è che tutto ciò possa dare vita a ricorsi da parte di privati e la messa a gara del servizio. Non solo: nell’esposto il comitato elenca quelle che ritiene “le gravi e consistenti perdite e difficoltà finanziarie di Idrolario che – a giudizio del Comitato – sono la conseguenza di un sistema e di un metodo che non ha coniugato o saputo coniugare la funzione pubblica e sociale del servizio con ripercussioni, attuali e future, sulle tariffe e, quindi, sui cittadini”.

Così il gruppo di associazioni e cittadini che da anni proseguono nella loro battaglia su questo tema, hanno deciso di sottoporre la valutazione “di merito e legittimità” ad un organo terzo.

“Le ragioni di questa iniziativa si collocano nel senso civico che deve accompagnare l’azione di ogni cittadino preoccupato delle sorti del patrimonio collettivo e delle conseguenze che scelte errate possono produrre circa il mantenimento nell’ambito pubblico di un servizio che la “sovranità popolare” vuole rimanga tale – concludono – Demandare alla magistratura la questione, rimettendo alla stessa il giudizio, non è un atto contro, è solo l’unico modo per i cittadini, pur deleganti, attraverso il voto, degli organismi preposti al governo del territorio, di esprimere le loro ragioni certi che, con l’obiettività che è alla base della loro funzione e ruolo, i giudizi sapranno valutare”.