CALOLZIO – Da sempre ha mostrato sensibilità rispetto alle problematiche legate alle barriere architettoniche. Negli ultimi anni ha portato la manifestazione “A ruota libera” in molti comuni della Valle San Martino, un modo per far capire alla gente la miriade di ostacoli che deve affrontare una persona disabile, costretta su una sedia a rotelle o non vedente. Ha fortemente voluto il coinvolgimento delle scuole e dei giovani e oggi, a meno di due mesi dalle elezioni, il consigliere di maggioranza Pamela Maggi (in quota a Forza Italia) si sta concentrando sul Piano Eliminazione Barriere Architettoniche (Peba).
“Il comune di Calolzio ha redatto il Peba nell’aprile 2011, già nel 2016 per un interesse personale ero andata a vederlo – spiega Pamela Maggi che nella vita è architetto -. Di fatto si tratta di uno strumento di pianificazione che sviluppa il concetto di ‘utenza ampliata’: quando si parla di barriere architettoniche si pensa sempre ai disabili, ma bisogna considerare una situazione più ampia: l’anziana col deambulatore, la mamma col passeggino, il fattorino col carrello… le barriere architettoniche ci sono per tutti”.
Il concetto di base è consentire a chiunque la possibilità di usufruire di qualsiasi servizio: “E’ un circolo virtuoso che è necessario far partire e alimentare. Il Peba descrive molto bene gli obbiettivi principali, fa una analisi dei costi, descrive in maniera puntuale come eseguire gli interventi – ha spiegato Maggi -. Quello che sto cercando di fare è capire quanto siano variati i costi rispetto alla studio fatto nel 2011. Il Peba prevedeva una spesa complessiva di circa 800 mila euro per gli interventi necessari in tutto il territorio comunale”.
“L’assessore ai lavori pubblici Dario Gandolfi, con cui sto lavorando molto bene mi ha detto che, al momento, il budget a disposizione si aggira intorno ai 200 mila euro, che non è poco. Prima di tutto bisogna aggiornare i costi al 2018 e ‘purtroppo’ (farle tutte sarebbe il massimo) selezionare una serie di opere più urgenti da realizzare”.
L’attuazione del Peba rappresenta un cambio di mentalità che deve coinvolgere anche i privati cittadini: “E’ una problematica che ci riguarda tutti, ad ognuno di noi può capitare di avere delle difficoltà e lì ti accorgi di tutti i problemi che ci sono. La volontà è quella di fare un buon lavoro, non riusciremo a fare tutto ma è un inizio”.
La consigliera calolziese non sarà da sola: “Voglio coinvolgere nella classificazione degli interventi le persone direttamente interessate alla problematica, ad esempio il Centro Diurno Disabili di Calolzio che quotidianamente vive la città con le sue difficoltà, e poi mi piacerebbe avvalermi della collaborazione di qualche scuola. Vediamo quello che riusciamo a fare”.
L’idea è quella di classificare e presentare gli interventi entro la fine dell’anno: “Poi ci sarà l’intervento di uno staff di professionisti che andrà a verificare l’effettiva possibilità di realizzare le opere e i costi. Un conto è realizzare da nuovo, un altro è sistemare qualcosa di esistente, sappiamo tutti che rimediare agli errori non è mai semplice. Le situazioni sono molteplici, l’esempio più lampante sono quei marciapiedi con il raccordo giusto per la discesa, strisce pedonali e dall’altra c’è il cordolo. Quando siamo fermi al semaforo basta guardarsi in giro e immaginare il percorso che una persona in carrozzina deve fare. A volte basta veramente poco: un gradino di un paio di centimetri è insormontabile per un disabile e invece sarebbe sufficiente un profilino triangolare”.