“Bed and Breakfast”: in aumento le strutture nel lecchese

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LECCO – Negli ultimi nove anni ne abbiamo visti nascere sempre di più e l’espressione “Bed and Breakfast” è diventata di uso comune anche in una provincia, quella di Lecco, in cui il fenomeno ha tardato a svilupparsi. Oggi, in tutto il territorio provinciale, se ne contano quasi 150, 21 dei quali situati nel capoluogo, e i dati evidenziano un trend in costante aumento.

Complice, forse, la crisi di questi anni, che in certi casi può aver spronato le famiglie a reinventarsi e a intraprendere questa nuova avventura, fatto sta che il “B&B” sembra essere un’opzione presa in considerazione da sempre più persone.

Sì, perché al di là degli immaginabili adempimenti burocratici (vedi approfondimento), aprire un B&B non è un’impresa poi così complicata: basta avere a disposizione da una a quattro stanze (al massimo dodici posti letto in tutto), accertare che tutti gli impianti siano a norma e, dopo aver compilato i giusti moduli, denunciare al Comune di riferimento l’inizio dell’attività. A tutto ciò si aggiunge un elemento che rende il B&B un progetto ancora più attuabile: si tratta delle agevolazioni fiscali che sono riservate a un’attività che, come questa, offre un servizio di natura occasionale.

DI COSA SI TRATTA – Cosa si intende, esattamente, per Bed and Breakfast? Stando alla legge regionale in vigore si tratta di un’attività “di carattere saltuario svolta da privati che utilizzano parte della loro abitazione di residenza per offrire un servizio a conduzione familiare di alloggio e prima colazione”. In altre parole un’attività saltuaria o stagionale, che vede il proprietario dell’abitazione offrire un servizio sia di alloggio che di prima colazione all’interno della stessa casa in cui abita. Non un piccolo albergo, quindi, bensì un’ospitalità all’interno delle mura domestiche, che deve essere gestita con una normale organizzazione familiare e che deve prevedere la presenza in loco del titolare. Un’impostazione, questa, che rende il B&B un’attività che non necessita di essere iscritta al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio (ciò significa che non serve avere la Partita IVA e nemmeno modificare la destinazione d’uso del proprio fabbricato) e che sostanzialmente permette al proprietario di sostenere con maggiore facilità le normali spese di gestione dell’abitazione.

I NUMERI IN PROVINCIA  – Sarà stato il desiderio di utilizzare ancora quella camera lasciata vuota da un figlio cresciuto, la necessità di arrotondare le entrate familiari o la voglia di ospitare turisti e di consigliare loro come trascorrere il tempo sul ramo lecchese del Lario, fatto sta che dal 2004 ad oggi le strutture ricettive definite “B&B” sono aumentate esponenzialmente, tanto che dalle 11 presenti nove anni fa su tutto il territorio lecchese si è passati alle 147 attuali. Un dato, questo, che sta modificando significativamente l’offerta ricettiva del lecchese: se nel 2004 gli 11 B&B presenti sul territorio rappresentavano solo il 6% del totale delle strutture (ossia 182), i numeri aggiornati al 31 luglio scorso stabiliscono che nel 2013 i 147 B&B rappresentano ben il 39% delle strutture totali (371). Discorso simile vale se ci soffermiamo sul capoluogo, dove sino al 2007 si contava un solo B&B, mentre oggi ne sono attivi 21, per un totale di 96 posti letto (l’11% del totale in città). Di seguito i dati relativi alla presenza di B&B sul territorio provinciale e nel capoluogo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da evidenziare, infine, come le presenze di turisti all’interno dei B&B stiano costantemente aumentando, sia per quanto riguarda i visitatori italiani (244 nel 2005 e ben 14.805 nel 2013, su tutto il territorio provinciale) che per quelli stranieri (169 nel 2005 e 3.475 nel 2013). Di seguito le tabelle sui flussi turistici:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LEGGI GLI APPROFONDIMENTI:

GUIDA VELOCE AGLI ADEMPIMENTI BUROCRATICI

LE TESTIMONIANZE DEI GESTORI DI TRE BED & BREAKFAST LECCHESI