
LECCO – Esercenti lecchesi “increduli e infuriati” per l’ordinanza che vieta di servire alcolici la sera di Carnevale, sabato, dopo la mezzanotte.
“Per primo ci dispiace venire a conoscenza di questa ordinanza solo a tre giorni dall’evento e tramite i media, senza nessuna comunicazione ufficiale- spiega il presidente della Fipe Confcommercio Lecco, Marco Caterisano – Prendiamo atto e rispetteremo ovviamente le regole imposte, anche se speriamo di poter trovare con le autorità competenti una soluzione alternativa nonostante i tempi ristretti. E’ evidente che questa limitazione potrebbe comportare una perdita importante d’incasso. Molti dei locali da noi rappresentati avevano già di fatto organizzato serate a tema con un investimento che, alla luce della decisione del Comune, diventa difficilmente ammortizzabile”.
“Ma oltre alla tempistica – prosegue Caterisano – anche la metodologia non ci convince e ci costringe a fare delle riflessioni, sopratutto considerando l’atteggiamento sempre collaborativo e teso alla prevenzione mostrato gli scorsi anni dai pubblici esercizi. Infatti ricordo sia le chiusure anticipate anche con la piazza ancora piena di persone, che l’autoregolamentazione suggerita con un comunicato solo dalla Fipe relativa all’utilizzo di soli bicchieri in plastica. Questa ordinanza sul blocco delle vendita di alcolici a mezzanotte non è corretta né per i possibili avventori, che non ci risulta siano tutti ubriaconi nè persone non in grado di tener un comportamento non troppo esuberante, né per chi lavora e immancabilmente subirà un mancato incasso. Non è possibile rovinare la serata per colpa di una manciata di “disturbatori” che tutti gli anni si ripresentano (ma non sono frequentatori abituali di questa zona ) e che immancabilmente vengono lasciati agire senza essere poi puniti”.
Quindi aggiunge: “Se il proibizionismo non ci sembra una grande arma per evitare queste situazioni, va anche considerato che sarà difficilmente controllabile una zona così ampia. Con in più la beffa legata al fatto che le attività in zone limitrofe alla “area vietata” potranno beneficiare di questa situazione: se acquisto la bottiglia in un bar di viale Turati o di corso Martiri posso farlo anche se poi vado a ubriacarmi in centro? Senza dimenticare che, essendo un evento che richiama molta gente, diversi giovani arrivano con le bottiglie nello zaino (magari acquistate nel pomeriggio al supermercato). Dico questo perché la questione non si risolve “chiudendo” i pubblici esercizi! Riconosciamo l’esistenza di un problema sociale legato all’alcool, ma non possiamo essere ritenuti responsabili di un aspetto etico-educativo che andrebbe insegnato in altre sedi e non da un barista (anche se spesso molti locali mostrano un certo impegno)”.
Caterisano contesta con forza anche un’altra immagine: “Non possiamo comunque permettere che venga diffuso con così tanta facilità, come scritto nell’ordinanza, il messaggio che esiste una diffusa e costante attitudine ad eccedere ed a provocare risse e quant’altro. E’ un’immagine falsa e che distorce la realtà. Mi risulta che sopratutto nel centro storico, anche grazie al gran lavoro di selezione effettuato dai locali, questa non sia un affermazione condivisibile, in quanto gli episodi sopra descritti risultano essere più che sporadici. Episodi che sicuramente esistono in qualche bar non devono diventare un problema generalizzato e imputabile a chi (ed è la stragrande maggioranza) fa bene il suo lavoro. Dopo avere vissuto professionalmente almeno 15 Carnevali in piazza, mi sento di affermare che ho sempre trovato molto più imbarazzante e fastidioso vedere bande di centinaia di ragazzini con uova, schiuma da barba e smacchiatori vari andare in giro indisturbati, nonostante i divieti, a imbrattare chiunque e qualsiasi cosa in pieno centro, anche davanti alle forze dell’ordine senza che queste abbiano mai sequestrato una bomboletta. Con il risultato di vedere attività commerciali chiudere per l’impossibilita di lavorare, di impedire alle normali famiglie di godersi una giornata di festa e con la situazione più fastidiosa capitata svariate volte di anziani completamente ricoperti di schiuma da barba costretti a rifugiarsi in qualche negozio o bar. I negozi storici conoscono bene questa situazione e le innumerevoli telefonate al comando dei vigili testimoniano questa situazione”.

Anche la Confesercenti Lecco critica con durezza l’ordinanza:
“Pur comprendendo la finalità, la riteniamo inutile ed inefficace ad eventuali problematiche connesse. Purtroppo così facendo si continuano a penalizzare gli esercenti in considerazione che esiste già un Testo Unico delle leggi pubblica sicurezza (TULPS) che prevede sanzioni per gli esercenti che somministrano alcolici a persone già visibilmente alterate e di questo gli stessi esercenti sono ben consapevoli. In un momento di difficoltà economica che colpisce tutta la categoria si continuano ad ostacolare gli esercenti nel proprio lavoro quotidiano oggi più che mai complicato”.
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